sedie a rotelle
A ll’incontro di facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica della settimana scorsa, parlando di squadre e di come per fare una squadra ci sia bisogno di persone diverse, per fare cose diverse, con diverse capacità e con i modi diversi di fare le cose, di pensare e di essere.
Avete presente la frase attribuita a Albert Einstein, <<Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido>>.
Spesso ci troviamo ad aspettarci dalle persone delle cose che non ci danno e ci hanno insegnato a pensare che non lo fanno perchè non vogliono, perciò poche volte ci rendiamo conto che in realtà non possono.
Siccome non è facilissimo da vedere, da anni uso come metafora la sedia a rotelle, perchè così come una persona con la sedia a rotelle non possa salire le scale, una persona poco empatica non può capire le emozioni degli altri e una persona molto egoista non riesce a mettere gli altri al primo posto. Hanno delle sedie a rotelle che non si vedono, ma che limitano le loro possibilità di scelta, ed è da queste scelte che possiamo vederle, dalle loro azioni.
Anche Ezio Bosio l’aveva intuito quano diceva di essere <<un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono>>
Le buone notizie sono principalmente tre: che possiamo decidere chi fare entrare nella nostra squadra e in quale ruolo, e lasciare fuori dalla nostra squadra quelle persone con cui non riusciamo a collaborare; che possiamo anche decidere in quali squadre vogliamo entrare e con quali ruoli, e non dobbiamo accettare le prime proposte che troviamo, se non sono giuste per noi, se vogliono qualcosa di diverso di quello che siamo e di quello che vorremmo diventare; ma soprattutto, che possiamo appartenere a diverse squadre, per i diversi obbiettivi che abbiamo nella vita, visto che possiamo volere diverse cose in diversi ambiti.
Il mio invito possitivo di oggi è proprio a partecipare ai nostri eventi, e a non dare mai per scontata la cattiveria, la malizia, il fatto che possano scegliere a freddo. Che ne dite? Vi va?
Un libro di guarigione (2022)
Questa settimana voglio parlarvi di un libro che ho letto solo oggi anche se ce l’avevo da tempo, un libro di guarigione. Conosco personalmente l’autrice, Gaia Rayneri, e non avrei mai detto che “nascondesse” una storia del genere. L’ho letto, regalato e consigliato a ogni persona con sui ho avuto a che fare in questi giorni. E ora lo consiglio anche a voi, di cuore.
Il potere del ma
In questi giorni mi sono trovata a parlare molto con una persona in una situazione molto difficile, in uno di quei momenti in cui tutti i pensieri si agrovigliano e nella confusione è difficile restare sereni ed essere positivi, ottimisti.
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