Un libro di guarigione (2022)
Questa settimana voglio parlarvi di un libro che ho letto solo oggi anche se ce l’avevo da tempo, un libro di guarigione. Conosco personalmente l’autrice, Gaia Rayneri, e non avrei mai detto che “nascondesse” una storia del genere. L’ho letto, regalato e consigliato a ogni persona con sui ho avuto a che fare in questi giorni. E ora lo consiglio anche a voi, di cuore.
Un libro autobiografico che parla di come è possibile che a volte andare in pezzi possa servire a farci tornare più interi, di come il dolore può portare alla felicità e di come dalle ferite può entrare, e uscire, la luce.
Un libro scritto in prima persona, da una donna che è riuscita a trovare dentro di sè una felicità nata dalla guarigione di una malattia psichiattrica, una felicità a cui è arrivata con un percorso personale, di cura e, soprattutto, di lavoro su di sè.
Racconta come, a ventiquattro anni, quando credeva di aver superato l’infanzia difficile di cui raccontato alcuni tratti in Pulce non c’è, libro che è diventato anche fiction RAI, era indipendente economicamente, viveva da sola e il suo futuro sembrava splendere di luminose promesse, ebbe un incontro inaspettato con un’oscurità opprimente, togliendole la voglia di lavorare, di vedere persone, perfino di uscire di casa.
Racconta come si è sentita allora, come ha vissuto la prima visita allo psichiatra, in cui ebbe una diagnosi: “disturbo borderline di personalità”, e come ha vissuto da allora, il dolore, la cura, le sedute di terapia, i psicofarmaci, e alla fine la meditazione che l’ha portata ad un percorso di crescita personale che le ha permesso di capire che i “draghi” della malattia nascondevano tesori, talenti, che, una volta vinti con consapevolezza e compassione sono diventati suoi.
il regalo giusto
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Frutti rossi
Dicono che c’era un piccolo villaggio nato attorno ad un oasi in mezzo al deserto. Era un luogo pacifico, lontano dal mondo, autosuficiente economicamente, e che aveva notizie dal mondo solo nei rari casi in cui arrivava una carovana di mercanti o di esploratori.



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