due piedi
La settimana prossima, al nostro incontro di facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, ancora una volta online, il tema sarà la dualità e come gestirla, perchè ci hanno sempre insegnato che dobbiamo fare delle scelte ma a spesso è pìu funzionale trovare equilibri.
Normalmente parliamo di conflitti, fra quello che vogliamo e quello che crediamo di poter o dover fare. Abbiamo anche parlato qualche volta di paradossi, due verità che sembrano incompatibili, in entrambi i casi stiamo parlando di dualità.
Ma ci sono tantissime altre dualità, per esempio, quella tra dentro e fuori, quella tra la ragione e il cuore, quella tra cui quello che vogliamo e quello che altri vogliono da noi, quella fra ricordare il passato e creare il futuro, quella tral’amore per noi stessi e quello per i nostri cari, quella tra dovere e piacere, quella tra il desiderio di minimizzare lo sforzo e quello di aumentare il profitto, ecc.
Per ogni dualità incontreremo sempre persone che dicono di sapere quale dei due lati sia meglio. Ma io ho una mia teoria, ci va un equilibrio, un bilanciamento. Mi immagino ogni binomio rappresentato da un paio di piedi. Per esempio, nel piede destro posizioniamo il cuore, nel sinistro la testa.
Così possiamo vedere graficamente, e immaginare fisicamente, che quando diamo troppo peso a uno dei due lati, quando camminiamo solo con un piede, non possiamo andare da nessuna parte, e solo camminando un po’ con uno e un po’ con l’altro, possiamo veramente progredire.
Il mio invito possitivo di oggi è a partecipare ai nostri incontri, e a comprendere che se muoviamo solo un piede, se esercitiamo solo un muscolo, stiamo soltanto rinunciando a una parte di noi, e che, spesso prima o poi torna a passarci il conto. Che ne dite? Proviamo? Vi va?
il regalo giusto
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Frutti rossi
Dicono che c’era un piccolo villaggio nato attorno ad un oasi in mezzo al deserto. Era un luogo pacifico, lontano dal mondo, autosuficiente economicamente, e che aveva notizie dal mondo solo nei rari casi in cui arrivava una carovana di mercanti o di esploratori.
The Shack (2017)
Questa settimana, anche se le feste sono finite, voglio parlarvi di un film “religioso”, un film cristiano, sul dolore, sulla fede e sulle crisi mistiche, sui giudizi e sul perdono, che ci racconta un’idea di Dio come piace a me, dotato di empatia infinita e non selettiva.
0 Comments