S come sfortuna e sfida

28 Jun 23

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.

Secondo il dizionario, la sfortuna è una cattiva fortuna, sorte avversa, o anche un avvenimento spiacevole, di cui non si ha colpa o responsabilità. Ed è proprio questa mancanza di responsabilità quella che ci fa evitare questa parola se vogliamo essere possitivi.

Come avevamo visto nella storia dell’uomo a cui era scappato il cavallo, la fortuna non è qualcosa di assoluto e oggettivo, ma una credenza personale e soggettiva. Quando accade un fatto possiamo leggerlo in maniera positiva, neutra o negativa.

Non voglio dirvi che dobbiamo dire che le sfortune sono fortune perchè hanno nascosto qualcosa di buono, questo sarebbe solo positivo e non possitivo. Quello che voglio proporvi e di vedere le sfortune come condizioni, come “sfide”, come quelli esami che ci propone la vita per vedere se abbiamo capito.

La buona notizia è che possiamo “facilmente” cambiare queste due parole, senza cambiare nient’altro. Possiamo vedere ogni sfortuna come una sfida per imparare qualcosa, per fare a meno di qualcosa o di qualcuno, o per trovare un modo migliore di fare qualcosa o di rapportarci con qualcuno.

 Il mio invito possitivo di oggi è proprio a cercare di renderci conto ogni volta che usiamo questa parola e a smettere di dare tutto questo potere alla fantomatica fortuna, di riprenderci il controllo per vivere più sereni ed essere più in grado di affrontare il mondo… Che ne dite? Vi va?

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