la gente che e la gente quando
Ieri, al nostro incontro, ancora online, di facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, abbiamo parlato, di un piccolo trucco per capire meglio noi stessi e il mondo che ci circonda, che consiste nel sostituire la parola “che” con la parola “quando”, quando parliamo delle persone che ci piacciono o che non ci piacciono.
Continuando con l’idea degli incontri precedenti, che non siamo degli esseri fissi con una sola personalità ma che abbiamo diverse parti che possono prendere il sopravvento e farci sembrare persone diverse, farci comportare in maniere diverse, abbiamo visto il fantastico potere della parola quando per sottolineare questo aspetto.
Per esempio, mi piacciono le persone che sorridono, da l’idea che per piacermi uno dovrebbe sorridere sempre, o se dico che non mi piacciono le persone che sono superficiali, queste persone lo siano sempre, è una forma di parlare per assoluti che ci toglie molto potere.
Invece, se dico mi piacciono le persone quando sorridono, mi da l’idea che possano sorridere a volte e non sorridere altre volte, e un po’ come il dipende, apre porte alle possibilità, e mi offre uno spiraglio per poter, se voglio, agire su quelle motivazioni, su quelle circostanze, quel “quando”.
Chiaramente, il potere maggiore lo troviamo quando la persona di cui stiamo parlando siamo noi stessi. Se non mi piace che mangio troppo, mi sto dando per impossibile. Se non mi piaccio quando mangio troppo, mi sto dando un’opportunità. Capisco che ho una tendenza/trappola ma capisco che la posso studiare ed evitare di cadere in quello che non mi piace.
Il mio invito possitivo di oggi è proprio a partecipare ai nostri eventi, e a fare attenzione ogni volta che osserviamo qualcuno o qualcosa che ci piace o dispiace, vedere se possiamo inserire un quando... Che ne dite? Vi va?
Cattiverie a domicilio (2024) — bis — bis
Questa settimana ho visto un film di animazione bellissimo, su Netflix, L’elefante del mago, una storia sull’ottimismo, sulla speranza, sulla fantasia e la capacità di credere in qualcosa di più grande di noi.
Un libro di guarigione (2022)
Questa settimana voglio parlarvi di un libro che ho letto solo oggi anche se ce l’avevo da tempo, un libro di guarigione. Conosco personalmente l’autrice, Gaia Rayneri, e non avrei mai detto che “nascondesse” una storia del genere. L’ho letto, regalato e consigliato a ogni persona con sui ho avuto a che fare in questi giorni. E ora lo consiglio anche a voi, di cuore.
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