I Dei del nostro vocabolario
Come abbiamo accennato la settimana scorsa, quest’anno, nei nostri soliti incontri di facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, faremo un ripasso di tutto quello di cui abbiamo parlato in questi anni per creare questo nostro vocabolario possitivo, e chiederemo aiuto ai tre DEI che sanno di più sulle parole, il dizionario, l’etimologia e l’interpretazione.
Si dice che un italiano medio fa uso di una porzione davvero minuscola del già ristretto vocabolario di base costituito da 6.500 parole: ovvero quello che viene tecnicamente chiamato lessico fondamentale, composto da sole 2.000 parole. Quello che non si dice è quanto questo di renda piccoli, deboli e anche impotenti in molte situazioni, giacchè le parole che usiamo per raccontare la nostra vita la definiscono.
E, soprattutto, che questo tendenza è sempre più forte, in un circolo vizioso che ci rende sempre più vulnerabili e senza risorse. Perciò abbiamo deciso di riprenderci le parole, i nostri strumenti, le nostre armi, per costruire ina vita migliore con l’aiuto dei tre dei delle parole:
Il Dio del dizionario ci da una o più definizioni, ci da sia le definizioni che si usano di più, che quelle che non si usano quasi mai, quelle che si usavano un tempo e che abbiamo perso, ma possiamo sempre recuperare.
Il Dio dell’etimologia ci parla dell’origine delle parole, dei simboli e le metafore che si nascondono dietro e che, in qualche modo possono ancora avere degli effetti su di noi, in maniera del tutto inconsapevole.
E il Dio dell’interpretazione che ci parla della nostra storia, della nostra vita, della nostra famiglia, perchè molte parole hanno un significato personale per alcuni, e conoscerlo ci libererà del loro potere su di noi.
Il mio invito possitivo di oggi è proprio a partecipare ai nostri incontri di facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, per imparare a usare le parole nel modo migliore. Che ne dite? Vi va?
il regalo giusto
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Frutti rossi
Dicono che c’era un piccolo villaggio nato attorno ad un oasi in mezzo al deserto. Era un luogo pacifico, lontano dal mondo, autosuficiente economicamente, e che aveva notizie dal mondo solo nei rari casi in cui arrivava una carovana di mercanti o di esploratori.
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