raccontarti meglio

30 Oct 19

La settimana prossima, all’incontro di facciamo pace, continueremo a fare il discorso su come ci raccontiamo, sul potere inmenso che abbiamo per definire la nostra vita scegliendo le parole che usiamo per raccontarla, e vedremo dei piccoli “trucchi” per cambiare cose nell’inmediato.

Se abbiamo iniziato il percorso di “autodefinizione” con i nostri pregi e diffetti (o aree di miglioramento, per il nuovo paradigma), in questo secondo incontro continueremo con il binomio bisogni e desideri. Parleremo anche di Felix che ci ha insegnato a desiderare e a non arrenderci quando abbiamo un desiderio per difficile che possa sembrare.

Vedremo come fare le domande giuste, quelle che aiutano veramente a scoprire quel che c’è in profondità e che ci trascina, spesso contro la nostra volontà. E le useremo per capire cosa vogliamo fare, cosa non vogliamo fare, cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare.

Parleremo anche di piacere. Di quanto ci piace il mondo così com’è e di cosa possiamo fare per cambiarlo, nel nostro piccolo, anche subito, anche se poco a poco, perchè in fondo il realismo è uno dei nostri punti di forza.

E quando dico il mondo mi riferisco a tutto il mondo con cui abbiamo a che fare, alle persone che ci circondano, a noi stessi, a quelli che sono lontano ma riescono ad essere presenti nei nostri pensieri, perchè sono le parole con cui popoliamo quei pensieri che fanno il nostro mondo, e possiamo cambiarle.

Vi ho incuriosito? Spero di si, vi aspetto martedì!

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

È più sicuro cercare nel labirinto che rimanere in una situazione senza formaggio

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.