Hygge (2016)
Questa settimana voglio parlarvi di un libro sullo Hygge. Il metodo danese dei piaceri quotidiani, è un argomento che mi interessa da tanto e ho scelto quello di Louisa Thomsen Brits, che mi è piaciuto tanto come prima infarinatura sull’argomento.
È un libbricino pieno di foto, di citazioni, di descrizioni di ambienti, di abitudini e di situazioni che rappressentano lo hygge, questo modo di vivere la vita danese, questo modo di essere, di guardare le cose e di condividerle.
Se vi chiedete perchè dovremmo studiare i modi di fare le cose dei danesi, sembra che siano considerati uno tra i popoli più felici al mondo, statistiche alla mano, anche se hanno un clima che non è dei migliori e non sono un paese particolarmente ricco.
La hygge, infatti, è uno stile di vita semplice e naturale, ma soprattutto più diretto verso l’interiore che verso l’esteriore, con dei valori un po’ diversi dai soliti negli altri paesi occidentali.
Da importanza ad aspetti come l’appartenenza, la vicinanza, il calore umano e non, e invita a godere dei piccoli e semplici momenti con la famiglia, come possono essere anche la colazione, la cena, una chiacchierata sul divano e sotto una coperta con una bevanda calda quando fuori fa freddo.
La Hygge si trova quando costruiamo, sfruttiamo, coltiviamo, cerchiamo in tutti i modi attorno ad ognuno di noi un piccolo rifuggio in cui permettiamo di entrare solo alle persone con cui possiamo stare rilassati e sereni.
E si basa sulla creazione di un mondo a misura d’uomo, anzi a nostra misura, con spazi e oggetti che amiamo vedere, toccare, annusare, insomma usare, cercando il vero comfort che, come abbiamo visto in un’altro post, niente ha a che fare con la cossidetta “zona di comfort“.
Un mondo che da valore all’informalità, all’imperfezione, alla sostanza più che all’apparenza, perchè così è più facile vivere ottimisti, appagati, leggeri, e osservare la bellezza delle piccole cose quotidiane, utili ma autentiche, ripristinando la ritualità che in molti abbiamo perduto.
Conoscete la Hygge, la cercate e mettete in pratica nella vostra quotidianità, se si, raccontatemi la vostra esperienza.
la figlia che non ho mai avuto
Originalmente una frase come “sei il figliio che non ho mai avuto” sarebbe stata detta da una donna che non aveva figli. Qualche anno fa l’ho sentita in un film, detta da una donna ad un amico di suo figlio, che era presente e l’ha rimproverata con un “mamma!!!!”…
lei non sa con chi sta parlando
Dicono che c’era una volta una flotta della Marina degli Stati Uniti che stava svolgendo esercitazioni navali vicino alla costa di Finisterra (Galicia), e che ci fu una conversazione particolare tra galiziani e americani:



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