molto lavoro
Dicono che c’era una donna eremita che viveva da sola in una montagna, passava le giornate a meditare, ad esercitarsi da sola e a cantare e ballare i suoi canti e balli rituali, aveva studiato con un maestro peruviano e da allora continuava da sola il suo lavoro.
Ogni tanto qualcuno saliva e le chiedeva cosa faceva lì da sola. E lei rispondeva che aveva molto lavoro. Un giorno salì un giovane che la aveva osservata dal paese per giorni e si era incuriosito dei suoi movimenti e dell’energia che sembrava circondarla.
– cosa fai qui da sola? – chiese
– ho molto lavoro da fare – rispose lei.
– lavoro? quale lavoro? qui non c’è nulla!
– devo allenarele fiere, i falchi, le aquile, calmare i coniglietti, disciplinare il serpente, motivare un asinello e domare un leone.
– e dove stanno adesso? non vedo nessuno qui! – sorrise
– sono tutti dentro di me…
– I falchi si lanciano su qualsiasi cosa si muova, senza pensare se può farmi bene o male, devo allenarli perchè cerchino solo cose belle, sono i miei occhi;
– le acquile con i loro artigli feriscono e strappano qualsiasi cosa. devo insegnare loro a non fare del male, sono le mie mani;
– i conigli vogliono andare solo dove si trovano bene, ed evitare ogni difficoltà, devo insegnare loro a camminare anche tra le sofferenze per poter andare avanti, sono i miei piedi;
– l’asino è sempre stanco, ostinato e testardo, è il mio corpo;
– il serpente è chiuso in gabbia ma comunque anche da lì riesce a mordere ed avvelenare chiunque si avvicina quando è agitato, è la mia lingua;
– e poi c’è il leone, orgoglioso e vanitoso, crede di essere il re e vuole comandare tutti, è il mio ego!
Dopo un momento di silenzio, lei aggiunse:
– e tu? qual’è il tuo lavoro? come stanno i tuoi animali?
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
S come sfortuna e sfida
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.
Felix e il segreto delle chiavi magiche |
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |
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