I 5 Livelli della Leadership (2016)
In questo periodo si sente molto parlare della differenza fra capi e leader, oggi voglio parlarvi di uno dei libri sulla leadership che mi è piaciuto di più, chiaro, pieno di esempi, e molto pratico: I 5 Livelli della Leadership, di John C. Maxwell.
Anche se parla di leadership nelle organizzazioni, credo possa essere utile anche nella vita, per ogni ruolo che abbia un minimo di autorità o di seguito, genitori, amici, ecc.
I cinque livelli sono tappe consecutive di un percorso che passa dalla sola autorità a la massima autorevolezza.
- Posizione – Le persone ti seguono perché ti devono seguire, lavorano per te e danno il minimo possibile;
- Consenso – Le persone ti seguono perché ti vogliono seguire, lavorano insieme a te, iniziano a mettere qualcosa in più;
- Produzione – Le persone ti seguono per quello che hai fatto per l’organizzazione o per il gruppo, in generale, vedono che ci metti il cuore e lo mettono anche loro;
- Sviluppo delle persone – Le persone ti seguono per quello che hai fatto personalmente per loro, ci mettono il cuore e l’anima;
- Cima – Le persone ti seguono per quello che sei e per quello che rappresenti, ti seguono, ti imitano, ti chiedono consiglio e vogliono diventare come te.
Una delle cose che ho amato di più è stata l’enfasi che fa, all’inizio su due aspetti: la leadership è un rapporto uno a uno, si può essere leader di diversi livelli con diverse persone, già che la leadership è una relazione, e il successo è solitario solo per i leader di primo livello, per tutti gli altri è proprio il contrario.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
0 Comments