come smettere di fare la vittima (2008)

31 Mar 17

Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice… è un bellissimo libro di Giulio Cesare Giacobbe in cui parla di un’altro dei trinomi base dell’analisi transazionale, il cosidetto “triangolo drammatico“, composto da una vittima, un carnefice e un salvatore.

Questi tre ruoli sono di nuovo tre atteggiamenti possibili, come lo erano il bambino, l’adulto e il genitore, con la differenza che i primi sono atteggiamenti naturali e questi sono parte di quello che chiamiamo un copione, o un gioco. A differenza dei primi, non sono mai funzionali, sono solo degli atteggiamenti che si perpetuano solo se trovano di fronte un atteggiamento compatibile e se non lo trovano, spariscono.

Quando qualcuno fa la vittima, ha bisogno di farci fare il salvatore o il carnefice. Ma noi possiamo scegliere se rispondere come si aspettano. Possiamo scegliere di fare la nostra parte del loro copione o se scriverne uno nuovo, più funzionale. La vittima si lamenta per farsi salvare o almeno farci sentire colpevoli al meno di non averla aiutata.

E, dal momento che lamentarsi è considerato normale, questo gioco è molto diffuso, tanto da non essere facilmente riconoscibile. Tanto da sembrare l’unico modo di comportarsi. Tanto di sembrare un tunnel senza uscita. Ma un’uscita c’è ed è più semplice prenderla di quanto sembra.

L’avete letto? No? Leggetelo e ditemi se vi piace…

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Se prendete la vostra felicità e la mettete nelle mani di un'altra persona, prima o poi quella persona la distruggerà.

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.