paradosso di epicuro
Dicono che moltissimi anni fa, in una scuola di filosofia, un allievo rifletteva sul paradosso di Epicuro. Dopo che l’aveva sentito a lezione la prima volta, non poteva smettere di pensarci, ne aveva parlato con insegnanti e compagni di classe. Era convinti ci fosse una soluzione e voleva trovarla.
All’ora di pranzo, decise di raccontarlo alla sua ragazza, che era spesso un’aria fresca quando si ingarbugliava con le sue paranoie filosofiche.
— Allora, <<se Dio vuole impedire il male, ma non può, dov’è la sua onnipotenza? se può evitare il male, ma non vuole? dov’è la sua bontà? e soprattutto se Dio non può e non vuole evitare il male, che Dio sarebbe? un Dio cattivo e impotente? Possiamo accettare che Dio sia cattivo e impotente? Se, per definizione, Dio è buono e onnipotente, allora, non si interessa dell’uomo?>>
La ragazza sorrise con uno sguardo che lasciava vedere allo stesso tempo lo stupore dalla sua perplessità e la tenerezza che in lei suscitavano questo tipo di ragionamenti.
— Secondo me il problema è un’altro, ed è la definizione di male, dal punto di vista di Dio, o da quello degli uomini.
Il ragazzo la guardarono attonito.
— Guarda, vedi quella mamma con il suo figlioletto, vicino al lago — disse indicando una mamma che giocava con un bambino che appena iniziava a camminare — second te, nei confronti del bambino, la mamma è un po’ come Dio, no? può proteggerlo dal male, lo ama ed è buona. Vero?
Il ragazzo annuì.
— Quando il bambino fa due passi e cade e piange perchè si è fatto male, la mamma poteva evitarlo e non l’ha fatto, non per cattiveria o disinteresse, ma per aiutarlo a imparare… Secondo me, per Dio è la stessa cosa, ci ama e ci lascia la giusta quantità di male che può farci crescere e imparare.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
0 Comments