PIANO PANDEMICO, SARSCOV-2, MOVIDA: NO ALL’ABOLIZIONE DEL COPRIFUOCO

Il Coordinamento OltrelaMovida esprime grave preoccupazione per il mancato rispetto dell’applicazione delle fasi del Piano Pandemico Nazionale e Regionale, per la riapertura non controllabile delle attività notturne della movida e la prossima abolizione del coprifuoco. Il coprifuoco, almeno nelle aree di movida e nei centri residenziali, rappresenta, al momento, l’unico strumento di regolazione, prevenzione e contenimento della trasmissione virale, dovuta ad assembramenti incontrollabili, e del rischio di ripresa ed aumento della infettività e conseguente potenziale aumento della morbilità e mortalità.

Gli assembramenti prodotti dalla movida potrebbero essere, ancora una volta, come a luglio, agosto, settembre e ottobre 2020, quando è partita la seconda grande ondata, uno dei principali contributi alla diffusione dei focolai epidemici.

La scorsa estate, infatti, il numero di contagi era bassissimo, così come quello dei decessi.  Nessuno, si preoccupava di ciò di cui gli epidemiologi ci mettevano in guardia, ossia che, se non si fossero messi dei freni, in autunno avremmo avuto una seconda ondata e altre migliaia di morti, cosa che è puntualmente accaduta.

Secondo il “Messaggero”, ad agosto l’età media dei contagiati era scesa a 29 anni (con un picco tra i 20 e i 25). I nostri ragazzi sono stati uno dei principali vettori di contagio durante l’estate.

Oggi, ovunque, nelle zone di movida, rivediamo, purtroppo, la medesima familiare scena: una massa compatta di ragazzi, in piedi, che occupa i marciapiedi e i viali, intenti a bere, parlare, fumare, uno di fronte all’altro, quasi nessuno con la mascherina, locali con dehors strapieni, gente accalcata, spesso attorno a tavolini piccolissimi, intenta a mangiare e bere (ovviamente) per lo più senza mascherina.

La ”movida”, almeno nelle forme con cui è praticata oggi, in una fase pandemica, è INSOSTENIBILE e INACCETTABILE, con gli assembramenti terrificanti che la movida provoca e il mancato rispetto delle scelte regolatorie e di contenimento basate sulla responsabilità, stile di vita e autoregolazione individuale in equilibrio con la fase sanitaria interpandemica. Ma questi fattori (gli assembramenti selvaggi) sono i medesimi che producono gli ”ordinari” danni da movida: rumore molesto e degrado urbano. Le criticità storiche delle movida sono sempre presenti, anzi, forse acuite a causa della smania di riaprire, del legittimo desiderio della gente di riprendere ad uscire e socializzare e della inopportuna “Occupazione Straordinaria di Suolo Pubblico”, deliberata dal Consiglio Comunale di Torino, che ha creato nuove concentrazioni di assembramenti, rumori e degrado.

Il problema tsunamico della pandemia e del suo aggravamento non ha portato, purtroppo, tutti gli attori coinvolti (gestori, clienti, decisori, residenti) a comprendere che la prevenzione e la cura di questa pandemia sta in scelte semplici, consapevoli, responsabili e anche creative e innovative. I gestori hanno l’obbligo di sapere impedire la trasmissione virale attraverso il “salto in lungo aereo”, (droplets e aerosol), con la giusta distanza e riorganizzando le loro attività, così da essere attivi 365 giorni all’anno, 12 ore al giorno. I clienti, avendo cura e consapevolezza che il virus si trasmette fondamentalmente per via aerea (parlando a alta voce, gridando, cantando), con la giusta distanza e le protezioni adeguante, contribuiscono enormemente a permettere la ripresa delle attività di “vida”. I decisori e i controllori, se vogliono favorire le categorie svantaggiate o danneggiate della pandemia, possono sì deliberare, ad esempio, ordinanze sul suolo pubblico, ma avendo l’accortezza di non danneggiare altri attori sociali come i residenti, inserendo paletti di monitoraggio, controllo e sanzioni per coloro che non rispettano le regole del contenimento. La salute delle persone passa, oggi, dalla distanza che c’è fra una sedia e l’altra, un naso e l’altro, un tavolo e l’altro. I decisori devono prendersi la responsabilità di eventuali scelte che determinano l’aggravamento dei rischi alla salute dei cittadini, invece che la prevenzione e la cura di essa.

Oggi ci troviamo in una fase interpandemica, non certo post-pandemica e, sebbene i vaccini ci possano aiutare a contenere una nuova ondata autunnale, è essenziale limitare la circolazione virale, anche per impedire la proliferazione di nuove varianti che potrebbero rendere inefficaci i vaccini stessi.

Secondo il Piano Pandemico, la movida è uno dei più gravi fattori di rischio per la proliferazione del contagio.

In considerazione di tutto ciò, il Coordinamento OltrelaMovida avanza a tutte le istituzioni nazionali, regionali, locali e al CTS, ciascuno per la propria competenza, le seguenti richieste

  1. MANTENERE il coprifuoco anche oltre il 21 giugno.
  2. NON riaprire le discoteche o, in subordine, aprirle con la prescrizione che ammettano solo clienti che abbiano la certificazione o il pass.
  3. PREVEDERE norme più rigorose sul distanziamento all’interno dei locali di somministrazione di alimenti e bevande, anche rispetto alla distanza fra i tavoli e la dimensione degli stessi.
  4. SOSPENDERE la delibera “Occupazione Straordinaria di Suolo Pubblico” o, quantomeno, dettagliarla così da regolamentare meglio l’occupazione straordinaria di suolo pubblico attualmente prevista, laddove non si presenti sotto forma di dehors
  5. EMANARE ordinanze antibivacco e/o analoghe che contribuiscano a limitare l’assembramento e il relativo rischio di contagio, l’inquinamento acustico e il degrado.
  6. RAFFORZARE i controlli per garantire il rispetto delle norme sanitarie e di altra natura nelle aree di movida. Affidare il monitoraggio e le sanzioni per chi non rispetta le regole di contenimento e prevenzione ai Dipartimenti di Prevenzione, ai SISP ed alle strutture di Igiene dell’abitato delle ASL di riferimento in applicazione dei Piani Pandemici Nazionale, Regionale ed Aziendali.

Il Coordinamento OltrelaMovida

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