Vocabolario – Le Parole dei Mondi Più Grandi (2014)

29 Mar 19

Ogni tanto leggo un libro di Igor Sibaldi per mantenermi allenata. L’ultimo che ho letto è stato il  Vocabolario – Le Parole dei Mondi Più Grandi, un libro meraviglioso come tutti quelli che ha scritto, ma particolarmente per me, visto che parla di parole, la mia passione, e di come queste abbiano il potere di creare o distruggere la maggior parte dei nostri limiti.

In questo libro ci fa capire in modo semplice come sia il mondo in cui viviamo che le nostre possibilità per scoprire il suo vero senso dipendano delle parole che usiamo per definirlo, per raccontarlo, per crearlo. E come, per cambiarlo, serva soltanto conoscere bene le parole, la loro origine e le simbologie che racchiudono. Ci dimostra come questo valga sia per il mondo concreto, sia – ancor di più – per l’Aldilà: per le dimensioni della mente, dell’anima, dei desideri e delle possibilità ancora da scoprire, dal momento che di queste esperienze abbiamo solo la possibilità di ricordarle e di condividerle tramite le parole. «Tutto ciò che sappiamo può essere superato, se ne abbiamo il coraggio»: su questo principio, Igor Sibaldi fonda la sua nuova psicologia, in cui il meraviglioso, il prodigioso non viene escluso come «non-scientifico», e diventa invece il principale criterio per la scoperta e l’analisi della nostra realtà quotidiana. L’avete letto? Vi è piaciuto? Raccontatemi la vostra esperienza con il libro… vi va?

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1) Il maggior freno al cambiamento è in noi stessi...
2) Le cose non migliorano se non cambi te stesso...
3) C’è sempre nuovo formaggio là fuori, che tu ci creda o no...

L come libertà (di opinione)

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Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

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Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.