un palazzo pieno

22 Apr 19

Dicono che c’era una volta un re che stava morendo. Aveva tre figli, tutti molto saggi, anche se con caratteri molto diversi. L’uomo era preoccupato di chi scegliere come successore. Avevano più o meno la stessa età, quindi l’età non poteva essere il fattore decisivo ed erano tutti e tre belli, in salute, intelligenti. Era quasi impossibile decidere, quindi chiese aiuto a un suo anziano consigliere.

 Il vecchio disse: “Farò una specie di prova”.
Chiamò i tre ragazzi e diede ciascuno un palazzo e del denaro, una piccola somma, e disse loro: “Con questi soldi dovete riempire il palazzo completamente, non dovete lasciare alcun vuoto”. Era difficile. I palazzi erano enormi e i soldi pochi!

Il primo pensò e ripensò, rimuginando. Era impossibile riempire quel palazzo con quei pochi soldi. Non erano abbastanza per i mobili, nemmeno per le tende. Quadri e candelieri? Impossibile! Quindi, cosa fare? Riuscì a pensare solo una cosa: con quei pochi soldi avrebbe potuto riempire il palazzo di immondizia. Quindi così fece, tanto il consigliere non aveva detto di cosa riempirlo, bastava che fosse pieno! Quindi disse: “Una logica perfetta”.

Il secondo ci pensò su tantissimo e non riuscì a trovare una soluzione. Pensò e ripensò fino all’ultimo, ma fu impossibile. Non era disposto a riempirlo di immondizia e non c’era altro che potesse acquistare con quella somma di denaro, quindi il palazzo restò vuoto.

Il terzo comprò delle piccole lanterne di terra cotta, dell’incenso e dei fiori. Bruciò l’incenso e tutto il palazzo si riempì di profumo. E accese le piccole lanterne, molto economiche, e il palazzo si riempì di luce. E quando il re arrivò, c’era solo una piccola ghirlanda e dei fiori per lui, niente altro.

Il re rifiutò il primo palazzo, perché la condizione era stata soddisfatta, aveva riempito la casa, ma di immondizia! Il secondo fu un fallimento, perché il palazzo era vuoto e invaso dall’oscurità: il ragazzo non era riuscito a decidere cosa fare.

Alla fine fu scelto il terzo come successore, perché con quella piccola somma di denaro era riuscito a riempire il palazzo e non solo: era strapieno, abbondante. La luce arrivava sin sulla strada e il profumo si diffondeva insieme al vento.

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