Still Alice (2014)

Questa settimana, voglio parlarvi di una di quelle storie che fanno riflettere su argomenti di cui si parla poco, soprattutto al cinema: Still Alice, un film meraviglioso quanto tragico con Julianne Moore e Alec Baldwin, basato sul libro omonimo di Lisa Genova sul morbo di Alzheimer.

Racconta la storia di una donna che ha tutto, che ha costruito una vita piena di successi e gioie e, ad un certo punto, inizia a perdere quello a cui tiene di più, se stessa, i suoi ricordi, persino le parole.

Da essere una scienziata di successo, che ha studiato per anni il cervello umano in tutto il suo mistero, madre di tre figlie e moglie amata e felice, inizia un declino fino a vivere in un eterno dubbio su chi la circonda su dove si trova, e persino su chi è lei.

Mi hanno colpito tantissimo due momenti:

  • quello in cui dice “magari avessi un tumore” quando ancora riesce a rendersi conto di quanto sia inguisto arrabbiarsi con chi è malato invece di comprenderlo. E ad esprimere lei stessa la propria rabbia;
  • e quello in cui si costruisce una via di uscita, quando è ancora lucida. Perchè sono i momenti di lucidità quelli che mi hanno dato da pensare di più, quelli che mi hanno ispirato più domande.

Lo avete visto? Vi è piaciuto? Se no, ve lo consiglio…

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