Il sesto senso (1999)

Oggi vi parlo di un film, Il sesto senso, non nuovissimo, di quelli con il finale a sorpresa, uno di quelli che rimangono nella memoria perchè parlano di un argomento tabù tra i tabù… la morte, cosa c’è dopo la morte, se sia possibile entrare in contatto con le persone che ci hanno lasciato. Se sia un dono o una condanna, e se questi esseri siano pericolosi o meno. E, soprattutto, se siano delle cose da tenere in segreto o meno.

Chiaramente, ad avere questo “dono”, questa possibilità, questa capacità è un bambino… innocente e allo stesso tempo fragile. Curioso e allo stesso tempo spaventato. Isolato dalla paura di essere diverso e incompreso.

Ho amato particolarmente:

  • le scene della coppia, l’incomunicabilità, il fatto che sono così credibili quando sembrano “ignorarsi” anche se si mancano così tanto… e solo alla fine si capisce come mai.
  • lo psicologo, che cerca in tutti i modi di continuare a fare il suo mestiere, ignaro di quello che è successo, sempre fino alla fine. E, infatti, è proprio bravo. Riesce a parlare con il bambino tornando innocente. Riesce ad aprire la sua mente per accogliere il bambino e, come chiunque cerchi sinceramente di aiutare un bambino alla fine quello che impara è lui.
  • la fedeltà al copione classico sulla morte, sui fantasmi, sull’aldilà, sulla loro versione positiva, le anime possono rimanere se hanno cose da fare, poi, una volta fatte, possono andare via.
  • il colpo di scena finale che stravolge tutta la lettura del film come giusto colophon delle atmosfere e la tensione che il regista ha saputo creare e mantenere in un crescendo fino alla fine.

L’avete visto? Vi è piaciuto? Cosa vi ha colpito di più?

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