ritrovare la pace

27 Mar 17

Dicono che c’era una volta un ebreo povero, che abitava insieme a tutta la sua famiglia in una casa piccola. Tra moglie, figli, suocera, genitori, zii e cugini… non aveva spazio né tempo per se stesso. Non riusciva a pensare, a lavorare, né a riposare… Era così disperato che decise di andare a chiedere aiuto al suo Rabbino…

— Oh, mio Rabbino, non so veramente cosa fare… mi stanno facendo impazzire, non riesco a concentrarmi su nulla, c’è sempre qualcuno, qualche rumore, qualche richiesta, qualche disturbo… cosa posso fare per ritrovare la pace? Faccio appello alla tua saggezza perché sono disperato, farò qualunque cosa tu mi dica di fare…

— Figliolo, mi viene in mente solo una soluzione estrema. Sei davvero disposto a qualunque cosa? — chiese il rabbino dopo che aveva sentito la storia e consultato i suoi libri.

— Si, mio Rabbino, qualunque cosa!

— Dovresti prenderti una pecora e portarla a vivere con voi dentro alla casa, prenderti cura di lei per due settimane. — disse il rabbino molto serio.

— Come? Scusami ma non sono sicuro di avere capito bene… Ti ho appena detto che siamo troppi in casa e tu mi dici di portarmi una pecora? ma sporcherà, farà rumore e distruggerà delle cose se non facciamo attenzione… sei sicuro che sia la cosa migliore? — chiese sorpreso ma anche se pronto a seguire il consiglio che aveva chiesto.

— Si, sono sicuro, porta la pecora in casa per due settimane e poi ne riparleremo. — disse il rabbino sicuro di se e diede ordine di consegnare una pecora all’uomo.

Il pover’uomo fecce quello che li era stato detto, anche se sembrava assurdo. E furono le due peggiori settimane della sua vita. Tra proteggere la pecora dai bambini e i mobili dalla pecora, tra pulire e discutere con tutti perché capissero l’importanza del lavoro affidatoli dal Rabbino… Sentiva di non avere nemmeno il tempo di accorgersi di non avere tempo. Passate le due settimane tornò dal Rabbino e riconsegnò la pecora.

— Come ti sembra ora la tua vita di due settimane fa? — chiese il Rabbino

— Molto meglio, a confronto con questo incubo qualsiasi cosa è più semplice. Grazie Rabbino, grazie. Da oggi non mi lamenterò più e farò sempre del mio meglio per cambiare le mie circostanze.

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