perchè parli?

18 Apr 18

Lo chiedo davvero, non è una domanda non retorica… che, come dicevamo ieri all’evento di facciamo pace, dovremmo farci molto più spesso se vogliamo riprendere in mano la nostra vita, la cocreazione della nostra vita, la corresponsabilità di quello che ci accade. Perchè parliamo quando parliamo?

Perchè, inteso come qual’è l’obiettivo del nostro parlare. Cosa vogliamo ottenere con le nostre parole. Ci basta essere ascoltati? o vogliamo convincere chi ci sta ascoltando? vogliamo ottenere qualcosa dal nostro interlocutore? il suo rispetto, la sua compassione, il suo aiuto, il suo rispetto, la sua complicità?

Questa domanda è molto importante perchè spesso la comunicazione è deludente, ci sentiamo incompresi, perchè non raggiungiamo i nostri obiettivi, ma non siamo abbastanza consapevoli di quali essi erano. Come se il problema fosse la comunicazione, ma in realtà il problema è molto più in profondità.

Ricordo molte situazione della mia vita in cui qualcuno mi diceva “non so come parlarti di questo argomento“, e ho sempre pensato di essere una con cui si poteva parlare di qualsiasi cosa. Ma per loro “parlare di questo argomento” voleva dire convincerti (o obbligarti) a fare quello che io reputo meglio rispetto a questo argomento, anche se tu la pensi in modo contrario.

In quel caso, loro colpevolizzavano me, mi etichettavano come una con cui non si poteva parlare, e io non avevo le risorse per dire loro che il problema non era cercare le parole giuste ma comprendere che se non facevo quello che volevano era perchè avevo delle idee diverse, delle credenze diverse e delle emozioni che mi portavano in altre strade.

Adesso, con quello che so, vi posso assicurare che, anche se il potere delle parole è infinito, per cambiare, bisogna farlo da un livello più profondo, quello delle credenze e quello delle emozioni. Perciò, sia che vogliamo convincere qualcuno a fare qualcosa o che vogliamo cambiare rotta noi stessi, sarà qui che dovremmo agire.

Quale emozione e quali credenze sto trasmettendo, quali sta ricevendo e introiettando il mio interlocutore. Questo è funzionale all’obiettivo della mia communicazione? Se no… cosa posso cambiare?

Cosa ne pensate? C’eravate all’incontro? Qualcosa da aggiungere?

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Qualunque cosa ti capiti nella vita, tu solo hai la facoltà di decidere come reagire. Se ti abitui a cercare in ogni situazione il lato positivo, la qualità della tua vita sarà più elevata e più ricca. Questa è una delle leggi più importanti della natura

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.

S come sfortuna e sfida

S come sfortuna e sfida

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.

misure straordinarie

misure straordinarie

Dicono che c’era il bidello di una scuola, che amava il suo lavoro e ci si dedicava al meglio che poteva, pulendo e aiutando chiunque ne avesse bisogno all’interno della struttura. Ma ci fu un periodo in cui si trovò un gravoso compito extra ogni sera: pulire gli specchi del bagno delle ragazze, sporchi di rossetto, giacchè alcune ragazzine, si divertivano quasi ogni giorno ad imprimere “baci a stampo” con il rossetto allo specchio del bagno.