Orgoglio
Questo mese di luglio è il mese dell’orgoglio LGBTQ+, in molte città si fanno delle bellissime manifestazioni piene di colore, dei carnevali estivi che, come non poteva essere diverso in questo momento storico, dividono le persone in pro e contro, in buoni e cattivi.
La discriminazione è un tema che mi sta molto a cuore, non ho mai avuto niente contro le persone non eterosessuali e credo che abbiano subito grandi discriminazioni e abbiano diritto ad esprimersi, ma… Sí, c’è un ma. Per il giro che stanno prendendo molte conversazioni, c’è un ma.
Io credo che le persone omosessuali, transsessuali, non binari, e quelle con qualunque orientamento sessuale abbiano il diritto di essere orgogliosi di questo, finchè rispettano il mio diritto ad essere orgogliosa di non esserlo.
Quando ero ragazzina la parola gay si usava come insulto, e nemmeno solo per chi lo era veramente, era semplicemente un insulto, come imbecille. Questo è terribile, non si discute. In molti ambienti questo è ancora così. Essere gay non è un diffetto, non è una colpa e nemmeno un pericolo.
Ma oggi sembra che anche essere etero stia diventando quasi un diffetto, al punto che il matrimonio gay sia un gesto d’amore ma se una coppia etero si vuole sposare servano altri motivi… Ma non finisce qui, a volte sembra persino che essere etero sia una colpa e un pericolo; che non si possa essere etero senza odiare i gay, nè senza macchiarsi delle colpe di altri etero, come sembra che non si possa essere bianchi senza macchiarsi delle colpe de razzisti bianchi.
La buona notizia è che, se ci rendiamo conto, possiamo fermarci a riflettere per poter diventare consapevoli delle vere colpe, dei veri pericoli, del fatto che la diversità puè essere una risorsa e che il maggiore pericolo è quello di credere di dover difenderci prima che ci attachino.
Infatti il mio invito possitivo di oggi è proprio a essere orgogliosi di non odiare, a scegliere di vivere, pensare, parlare, relazionandoci a un livello più profondo, a renderci conto che l’amore risolve i problemi che crea la paura, a vedere le persone come universi complessi degni di curiosità e a trattarle di conseguenza, con rispetto, con lo stesso rispetto che pretendiamo da loro. Che ne dite? Vi va?
The Shack (2017)
Questa settimana, anche se le feste sono finite, voglio parlarvi di un film “religioso”, un film cristiano, sul dolore, sulla fede e sulle crisi mistiche, sui giudizi e sul perdono, che ci racconta un’idea di Dio come piace a me, dotato di empatia infinita e non selettiva.
Un libro di guarigione (2022)
Questa settimana voglio parlarvi di un libro che ho letto solo oggi anche se ce l’avevo da tempo, un libro di guarigione. Conosco personalmente l’autrice, Gaia Rayneri, e non avrei mai detto che “nascondesse” una storia del genere. L’ho letto, regalato e consigliato a ogni persona con sui ho avuto a che fare in questi giorni. E ora lo consiglio anche a voi, di cuore.
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