Orgoglio
Questo mese di luglio è il mese dell’orgoglio LGBTQ+, in molte città si fanno delle bellissime manifestazioni piene di colore, dei carnevali estivi che, come non poteva essere diversamente, dividono le persone in pro e contro, in buoni e cattivi.
La discriminazione è un tema che mi sta molto a cuore, non ho mai avuto niente contro le persone non eterosessuali e credo che abbiano subito grandi discriminazioni e abbiano diritto ad esprimersi, ma… Sí, c’è un ma. Per il giro che stanno prendendo molte conversazioni, c’è un ma.
Io credo che le persone omosessuali, transsessuali, non binari, e quelle con qualunque orientamento sessuale abbiano il diritto di essere orgogliosi di questo, finchè rispettano il mio diritto ad essere orgogliosa di non esserlo.
Quando ero ragazzina la parola gay si usava come insulto, e nemmeno solo per chi lo era veramente, era semplicemente un insulto, come imbecille. Questo è terribile, non si discute. In molti ambienti questo è ancora così. Essere gay non è un diffetto, non è una colpa e nemmeno un pericolo.
Ma oggi sembra che anche essere etero stia diventando una brutta parola, una colpa e un pericolo; che non si possa essere etero senza odiare i gay, nè senza macchiarsi delle colpe di altri etero, come sembra che non si possa essere bianchi senza macchiarsi delle colpe de razzisti bianchi.
La buona notizia è che, se ci rendiamo conto, possiamo fermarci a riflettere per poter diventare consapevoli delle vere colpe, dei veri pericoli, del fatto che la diversità puè essere una risorsa e che il maggiore pericolo è quello di credere di dover difenderci prima che ci attachino.
Infatti il mio invito possitivo di oggi è proprio a scegliere di vivere, pensare, parlare, relazionarci a un livello più profondo, a renderci conto che l’amore risolve i problemi che crea la paura, a vedere le persone come universi complessi degni di curiosità e a trattarle di conseguenza, con rispetto, con lo stesso rispetto che pretendiamo da loro. Che ne dite? Vi va?
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)
Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.
S come sfortuna e sfida
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.
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