non meditiamo abbastanza
Dicono che c’era una volta un’uomo d’affari che, stanco dalla sua vita, decise di andare in India e diventare monaco alla ricerca dell’illuminazione. Pensò che sarebbe facile perciò partì senza pensarci troppo e senza fare troppe ricerche…
Passò l’inverno meditando e aiutando i monaci con le attività del monastero, ma aveva tanti dubbi, tante cose non quadravano, e la benedetta illuminazione non arrivava mai. Comprò anche dei libri e li lessi tutti, ma… niente.
Con l’estate arrivarono degli ospiti che gli raccontarono come funzionava in altri monasteri che avevano visitato e lui si indignò e andò a lamentarsi dal suo maestro.
– Maestro – disse – sono arrivati dei miei connazionali e mi hanno detto che negli altri monasteri che hanno visitato i monaci pregano per ore e ore, forse fino a 10 ore al giorno. Si sono stupiti che noi non lo facciamo. E sicuramente questa la ragione per cui non ho ancora raggiunto l’illuminazione. Non sono io il problema, ma voi!
– Pregano? – disse il maestro – cosa intendi?
– Stanno seduti, in silenzio, a meditare, calmano la mente e non pensano a nulla, no? – rispose arrabbiato.
– E tu, cosa fai tutto il giorno?
– Quello che mi dite di fare, Maestro, pulisco, cucino, mi occupo del giardino… Non ho tempo per stare seduto senza fare nulla.
– Ma, oltre allo stare seduti, quello che conta è l’atteggiamento, cosa ti impedisce di calmare la mente e non pensare a nulla mentre pulisci o ti occupi del giardino? Ci sono tanti modi di meditare ma l’essenza è sempre quella, non inseguire i tuoi pensieri che ti allontanano dal qui e ora. Se lo preferisci puoi cambiare monastero ma, in ogni caso, prima o poi dovrai cambiare atteggiamento.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
0 Comments