Mentire con le statistiche (2009)

Questa settimana, visto che tutti parlano di cifre e di percentuali, di contagi, di infetti, di vaccini, ecc.ho letto un libro molto interessante, scritto nel 1954, Mentire con le statistiche, di Huff Darrell, sull’uso dialettico e, per così dire, manipolativo dei dati statistici, e delle loro interpretazioni.

Un testo scientificamente preciso, ma di facile lettura, ironico e divertente, e anche molto serio nella sostanza, scritto da un giornalista che aveva imparato, nel suo lavoro, a piegare i dati statistici al volere dell’editore, a volte con il solo scopo di fare del sensazionalismo.

Perciò ci avverte di non prendere per oro colato tutto quello che viene detto, specialmente se ci sono dati numerici e statistici, per evitare di memorizzare informazioni non corrette. Giacchè, a volte, chi comunica ha dei suoi interessi e  vuole focalizzare l’attenzione del lettore su un aspetto particolare, anche a scapito della precisione del dato.  E ci invita a stare attenti alle informazioni che vengono fornite dai vari mass media. I dati statistici vanno interpretati e magari confrontati con altre fonti, perché altrimenti si prestano a fraintendimenti.

Per esempio, para di come già la base dello studio, la selezione del campione, spesso viene presentata in un modo ma fatta in un’altro, dal momento che le statistiche scelgono un campione per poi generalizzare, se il campione non era significativo, non lo saranno nemmeno le conclusioni; di come si possono usare i grafici per fare sembrare eccezionali cose che non lo sono, perchè li guardiamo in maniera superficiale e non ci accorgiamo delle cose scritte in piccolo; di come il promedio, se udato da solo non sempre è significativo, ecc.

Secondo me, il campo più richioso è quello della correlazione, perchè quando due cose  appaiono correlate nel tempo e/o nello spazio, con una che anticipa i movimenti dell’altra, la tentazione più comune è quella di supporre l’esistenza di un legame causale che va dalla prima alla seconda. Ma non sempre è così, a volte c’è una terza variabile, la cosiddetta variabile omessa, che condiziona sia la prima che la seconda.

L’avete letto? Vi è piaciuto? Raccontatemi la vostra esperienza con il libro… vi va?

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