l’ordine delle cose
Dicono che c’era una volta un uomo molto saggio a cui tutti andavano a chiedere consiglio e parole di conforto per ogni occassione. Dicono che una volta uno dei signori più ricchi del luogo gli chiese una frase importante per conmemorare la nascita del suo primo nipote, qualcosa che potesse custodire come un tesoro di generazione in generazione.
Pensò per molto a cosa potrebbe augurare al meglio la continua prosperità per la sua famiglia, e alla fine prese u grande tela e scrisse, con la sua migliore calligrafia: «Muore il padre, muore il figlio, muore il nipote».
Quando l’uomo ricco che l’aveva commissionato vide la frase andò in collera: – Io ti avevo chiesto di scrivere qualcosa per la felicità della mia famiglia! Perché mi fai uno scherzo del genere? -urlò pieno di rabbia
– Non sto scherzando affatto, anzi -spiegò l’uomo saggio- Questo il migliore augurio che si possa fare. Che la morte arrivi alla famiglia seguendo il giusto ordine delle cose.
L’uomo lo guardava incredulo, l’unica cosa che lo tratteneva era il grande rispetto che sentiva per il saggio.
– Se prima che tu muoia dovesse morire tuo figlio, -continuò- per te sarebbe un grande dolore. Se tuo nipote morisse prima di tuo figlio, ne avreste entrambi il cuore spezzato. No?
L’uomo assentì molto più sereno.
– Se la tua famiglia, di generazione in generazione, muore nell’ordine che ho detto, sarà il corso naturale della vita. Questa per me è la vera prosperità.
L’uomo ricco pagò felice della frase, dell’augurio e di quello che sarebbe stato il suo legato, per suo figlio, che avrebbe potuto passare a suo figlio e lui al suo e così via, per avere una famiglia benedetta dall’ordine delle cose.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)
Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.
S come sfortuna e sfida
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.
0 Comments