Inception (2010)

Oggi  vi parlo di uno di quei film che con grandi effetti speciali e una impostazione holliwoodiana ci mostra un’altro degli aspetti della nostra mente, la sua complessità, la sua malleabilità, la sua permeabilità, e la sua, diciamo, ingenuità. Ci mostra come la mente non sa distinguere il reale dell’immaginato e del sognato, che è, in ogni caso, alla base di buona parte del lavoro di coaching.

Inception è un capolavoro da qualunque punto di vista lo si guardi, di una complessità tale che c’è una pagina con una decina di infografie fantastiche per capire come si svolge la sua trama, ma soprattutto è molto più realistico di quanto sembri. A parte il fatto che ci siano persone in grado di entrare nella nostra mente e camminarci e parlare come se fossero veramente li… tutto il resto è molto fedele alle teorie psicologiche e neurobiologiche che ho studiato.

Ho amato particolarmente:

  • l’inizio, quando spiega come funziona la mente, come entrare, uscire, come distinguere la realtà del sogno… che ci si può allennare, e come sia molto più difficile “impiantare” dei ricordi che “scoprirli”
  • Il fatto che la mente si difenda, che non sia così facile, nemmeno per persone allenate e che lo fanno di mestiere, entrare e fare “pulizie” perchè
  • la moglie che è impazzita e ha perso la capacità di capire la differenza tra vita reale e sogno, e questo l’ha portata a suicidarsi, a rinunciare alla sua vita, credendola “solo un sogno“.
  • il finale, impeccabile, meraviglioso, emozionante… lento, per poter riflettere su tutto quello che è successo, su quello che significa, e sospeso, con la trottola che gira e non sappiamo se si fermerà o meno.

L’avete visto? Vi è piaciuto? Cosa vi ha colpito di più?

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