il naufrago
Dicono che c’era una volta un naufrago che aveva perso tutto, quando, dopo una terribile tempesta, la nave su cui si trovava era affondata in mezzo al nulla ed al mattino era riuscito a nuotare e a mettersi in salvo su un’isola deserta.
Dopo un primo momento di disperazione, prese delle pietre e scrisse la parola “HELP!” sulla sabbia della spiaggia, con lettere giganti perchè potessero essere viste dal cielo.
Poi costruì una capanna fatta di rami per proteggersi, dall’intemperie e da eventuali bestie, trovò il posto migliore per pescare e per fare il bagno. Giorno dopo giorno le sue speranze di essere salvato lasciavano spazio alla convizione che non sarebbero mai venuti a prenderlo e che sarebbe invecchiato e morto lì da solo.
Un giorno, tornando dalla pesca, vide una colonna di fumo alzarsi nel cielo. Corse per vedere che cosa stava accadendo e trovò che la capanna, tutto ciò che possedeva, quello che aveva costruito con tanti sforzi, aveva preso fuoco ed era completamente bruciata.
Era più di quanto potesse sopportare. Adirato con Dio, l’uomo si era lasciato cadere a terra, in ginocchio, piangendo.
– Che cos’altro mi toglierai? Non mi è rimasto più nulla! -aveva gridato- Ho perso tutto una volta e mi sono arrangiato, ma anche una seconda… è troppo! Cosa ti ho fatto perchè tu mi punisca così?
Proprio in quel momento, udì un forte rombo dal cielo sopra di lui e smise di piangere. Alzando lo sguardo vide un elicottero che stava atterrando a poca distanza.
– Siete arrivati! -gridò l’uomo ai soccorritori- Ma come mi avete trovato?
– Abbiamo visto il fumo -disse il pilota sorridendo e indicando le ceneri della capanna che stavano bruciando lentamente- Cercavamo superstiti da tempo e stavamo per arrenderci quando abbiamo visto il fumo.
The Shack (2017)
Questa settimana, anche se le feste sono finite, voglio parlarvi di un film “religioso”, un film cristiano, sul dolore, sulla fede e sulle crisi mistiche, sui giudizi e sul perdono, che ci racconta un’idea di Dio come piace a me, dotato di empatia infinita e non selettiva.
Un libro di guarigione (2022)
Questa settimana voglio parlarvi di un libro che ho letto solo oggi anche se ce l’avevo da tempo, un libro di guarigione. Conosco personalmente l’autrice, Gaia Rayneri, e non avrei mai detto che “nascondesse” una storia del genere. L’ho letto, regalato e consigliato a ogni persona con sui ho avuto a che fare in questi giorni. E ora lo consiglio anche a voi, di cuore.
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