il discepolo attaccabrighe

10 Jan 22

Dicono che c’era una volta un giovane che si avvicinò a un vecchio filosofo greco per chiedere il suo aiuto perché non riusciva a modificare il suo atteggiamento attaccabrighe e prepotente. Era consapevole di essere lui il problema ma non riusciva a smettere di arrabbiarsi costantemente.

Il maestro lo ascoltò senza fare alcun commento e poi gli diede un compito. Per un tempo avrebbe dovuto dare del denaro a ogni persona che avesse incontrato per ricevere in cambio degli insulti. Poi sarebbe dovuto andare ad Atene per finire il suo percorso e scoprire tutti quello di cui aveva bisogno.

Il discepolo era molto sorpreso, ma accettò il consiglio dell’anziano. Disprezzarlo sarebbe stato un atto di superbia ed era venuto da lui proprio per liberarsene. Per molto tempo fece quel che le era stato detto di fare, ogni volta che incontrava qualcuno gli offriva del denaro per farsi insultare, poi, invece di rispondergli o insultarlo a sua volta, pagava, chinava il capo e se ne andava. Si era presto reso conto che se l’altro gli avesse risposto avrebbe dovuto mettere di nuovo mano al borsellino e dargli un’atra moneta. Una discussione più o meno lunga avrebbe potuto portarlo alla rovina…

Quando si sentí pronto, partì per Atene e quando arrivò, sulla strada principale, incontrò un vecchio mendicante che, seduto su un mucchio di pietre, si dilettava a prendere in giro e a inveire contro tutti quelli che entravano e uscivano dalla città.

L’uomo lo insultò non appena lo vide, gli gridò «E tu, ignorante e indegno figlio di buona donna, chi ti credi di essere per venire a disturbarci? perché vieni ad Atene, idiota?»

E il giovane, ridendo, ringraziando e chinando il capo ad ogni insulto, rispose con calma «Vengo a cercare la saggezza» disse, senza smettere di ridere. E quando il vecchio sconosciuto gli chiese «E perché ridi quando ti insulto, stupido?» Rispose «Rido perché per molto tempo ho dovuto pagare per avere ciò che tu ora mi dai gratuitamente… E per questo ti ringrazio.»

E il vecchio mendicante  disse «Entra nella città, viandante, è tutta tua, anche se non credo che tu abbia molto altro da imparare…»

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