Hotei, il Buddha che ride
Dicono che una volta c’era un monaco buddista che cacciava di serpenti, ma dopo averli catturati toglieva loro il veleno per evitare che mordessero i passanti e poi li liberava, e per la sua bontà ottenne l’illuminazione spirituale. Aveva un grande sorriso e una grande pancia, che si crede contenesse una grandissima anima.
Si dice che il suo insegnamneto era la gioia e il potere della risata. Si spostava da un posto all’altro, da una piazza del mercato all’altra. Si metteva nel mezzo del mercato e iniziava a ridere, quello era il suo sermone.
Era venerato per la sua contentezza, allegria, e la sua vita come simbolo abbondanza, girava il paese leggendo il futuro e regalando ottimismo.
Si dice che portava tutto quello che aveva in un sacco di lino e che il suo sorriso era così potente che con il suo eterno sorriso che poteva sconfiggere il freddo e il caldo, le malattie e qualsiasi pericolo.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
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