guerra fra poveri

03 Aug 21

Abbiamo parlato molte volte, tanto qui nel blog come nei nostri incontri di facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica di come in questi mesi, da quando è iniziata la pandemia, e la paura, e le misure di sicurezza, ci siamo ritrovati in mezzo ad una guerra tutti contro tutti.

O meglio, quasi tutti contro quasi tutti, perchè in questa guerra, non siamo entrati tutti. Come in tutte le guerre, ci sono i comandanti che, dal loro posto sicuro, guidano le truppe, e poi ci sono le truppe sono costituite dai più poveri, quelli che si sono sentiti e si stanno ancora sentendo il vero bersaglio, perchè hanno perso qualcuno per la malattia, perchè hanno perso il lavoro per le restrizioni decise dai governi per tenerla sotto controllo, perchè hannoavuto o conoscono qualcuno che ha avuto problemi con i vaccini…

In questa guerra stanno entrando, con tutte le loro forze e con tutte le loro armi quelli che erano così deboli física, economica o psicologicamente, da aver perso o sentire che stanno per perdere tutto. Ed è questo perdere tutto che gli ha resi disperati. Perchè solo i disperati entrano in guerra, ciechi e sordi a qualsiasi ragione, cercano solo il confronto.

La particolarità che rende più speciale questa guerra è che, visto che siamo nell’era dell’informazione, è una guerra di parole, di insulti, di provocazioni, soprattutto sui social media, di disinformazione, di disprezzo di chi pensa diverso.

Questa è una guerra tra i disperati che si sono fidati del sistema, che hanno delegato tutto il loro potere allo stato, alla scienza e alla religione, e che, anche se in questo momento il sistema sta cadendo a pezzi non riescono a vedere oltre per distaccarsi e perciò lo difendono a oltranza e tutti gli altri.

La buona notizia è che in questa guerra fra i poveri di spirito possiamo con una  certa facilità cambiare il nostro stato, diventando meno poveri, allargando il nostro punto di vista, ritrovando la speranza, comprendendo che abbiamo molto più da perdere che da guadagnare se entriamo nella lotta e facendo un passo indietro.

Il mio invito possitivo di  oggi è proprio a non fare la guerra, nemmeno quella verbale, perchè chi non entra nella guerra, nemmeno da comandanti, perchè solo chi non entra nella guerra, vince. Che ne dite? Vi va?

1 Comment

  1. Alessandra

    Ok…ma in che modo possiamo allora fare qualcosa per cambiare le cose. Se continuiamo solo in una vigile attesa e speriamo che chi comanda si ravveda da solo mi sa che…..io non sono per il confronto continuo a scopo di ferire con parole o armi….ma neanche credo che solo sperare basti…

    Reply

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