Genio per amore (1994)

29 Aug 19

Dopo un film destopico come Brazil, questa settimana parliamo di una commedia leggera e dolcissima con Tim Robbins, Meg Ryan, e Walter Matthau nei panni di Albert Einstein: Genio per amore. Un film sull’amore, sulla chimica, sulla differenza fra quello che vogliamo e quello di cui abbiamo bisogno.

Mi ha attratta l’idea di rappresentare un Einstein più psicologo e filosofo che scienziato, che mette in pratica tutte quelle idee che troviamo nei meme oggi, sul non permettere che la ragione interferisca col cuore, sul fatto che sia meglio essere ottimisti e avere torto che pesimisti e avere ragione, sull’esistenza o meno del tempo e il suo valore…

Devo ammettere che quello che mi è piaciuto di più è stata lei, la mia adoratissima Meg Ryan, ma mi sono piaciuti anche molti dialoghi, le riflessioni sulle teorie scientifiche e la loro limitazione nella pratica, l’impossibilità di spiegare tutto con la fisica…

Ma, soprattutto, alla mia parte romantica è piaciuto il fatto che lui si trasforma per conquistarla, che fa uno sforzo per arrivare al suo cuore e che lei prima si arrabbia ma poi lo perdona e apprezza il gesto.

Lo avete visto? Vi è piaciuto? Se no, ve lo consiglio…

p.s.- Non ho trovato il trailer in italiano, ma vi lascio quello in inglese ;)…

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Ma cosa facciamo, in genere, quando abbiamo un sentimento negativo? "È colpa sua. Deve cambiare". No! Il mondo è a posto. Chi deve cambiare siete voi.

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.

S come sfortuna e sfida

S come sfortuna e sfida

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.