dividi et impera
In questi giorni molti sono preoccupati per il covid e tanti altri per il modo in cui stanno gestendo questa “pandemia“, manipolando dati, menti ed emozioni, senza nessun pudore. Oggi voglio parlare della cosa peggiore che, credo, questa situazione ci stia lasciando.
Ed è questa sensazione di essere tutti contro tutti. Non sembra anche a voi? Questo periodo ci ha esasperati e portati a toccare i nostri limiti, ognuno i suoi, ci ha portati a rivedere tutte le cose che ci siamo abituati ad accettare anche se non eravamo d’accordo.
Lo stato a cui abbiamo delegato la regolazione della nostra vita e la medicina a cui abbiamo delegato la nostra salute hanno deciso di esagerare e non abbiamo potuto fare niente, almeno nell’immediato.
Questa situazione sta portando un po’ tutti ad essere sempre un po’ tanto nervosi, intransigenti e indolenti e a prendercela con chi possiamo. Con il vicino che porta a spasso il cane quando eravamo nel lockdown, con quelli che vengono segnalati “untori” dall’ultima notizia che gira su qualsiasi mezzo, ecc.
Ma non solo per quanto riguarda la malattia e il pericolo, ieri sono stata sgridata perchè facevo fare i bisogni al cane sul marciapiedi. E in questi giorni ho visto e sentito storie di tutti i colori di gente che sta veramente dando di matto, che se la prende con intere categorie di persone, quelli diversi, per età, per nazionalità, per colore della pelle, per livello economico, per qualsiasi attività che noi non facciamo. C’è sempre qualcuno che si lamenta e da la colpa di quel che succede al vicino diverso.
Il mio invito possitivo di oggi è proprio a rilassarci e a fare un passo indietro prima di lamentarci di altri, ad approfondire la nostra analisi fino a quando riusciamo a trovare quel che abbiamo di simile con quello che ci sembra così diverso, in modo
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
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