di cani e gatti…

Non ricordo in quale libro avevo letto la frase “se ti piaciono i cani non prenderti un gatto“. Si parlava sicuramente di comunicazione non violenta e di prendersi le proprie responsabilità in materia affettiva. E si parlava di compatibilità tra persone, e di consapevolezza di quello che siamo, che vogliamo dare e che vogliamo ricevere… Mi è piaciuta particolarmente l’espressione perchè è molto chiara, ci immaginiamo subito quanto sia stupido prendere un cane e aspettare che inizi a miagolare.

Ma possiamo sfruttarla più in profondità giocando con gli stereotipi che legano questi due animali alle persone, per il loro carattere, atteggiamento, preferenze. Potremmo dire che un cane è fedele, di aiuto, gioccherellone… e un gatto e curioso, indipendente e dispettoso. Potremmo dire che anche le persone possono essere di tipo cane (cercano una storia seria, di condividere e progettare insieme) o di tipo gatto (curiosi, non vogliono legami, non vogliono pensare al futuro).

Nei primi giorni di un rapporto, durante le fasi di conquista e i primi momenti dell’innamoramento, spesso non sappiamo nemmeno se siamo cani o gatti. Altre volte si. Altre volte ancora facciamo finta (o tiriamo fuori una piccola parte di noi) per sembrare dell’altra specie… ma, se vogliamo avere più “fortuna” con le nostre scelte, ci conviene capire quanto prima chi siamo, chi abbiamo davanti, cosa ci aspettiamo, quanto sia probabile o possibile averlo, se c’è qualcosa da fare per migliorare le probabilità di questa eventualità.

E, soprattutto, renderci conto che se vogliamo un cane ma abbiamo davanti un gatto abbiamo una scelta, cercare un cane rinunciando al gatto, tenerci il gatto rischiando (e preparandoci all’eventualità) di rimanere poi senza niente quando sarà lui (o lei) a rinunciare a noi. E viceversa. Perchè non ci sono animali superiori o migliori e che qualsiasi confronto è assolutamente ridicolo, quello che è importante è avere la consapevolezza di quello che uno è e quello che cerca.

Non voglio dire che la gente non possa cambiare, anzi! Voglio dire che sperare che le cose cambino solo perchè passa del tempo è lasciare troppo potere al caso.

Cosa ne pensate? Vi sentite gatto o cane? Vi siete sempre sentiti così? Avete mai fatto finta di essere dell’altra specie?

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

La sconfitta è uno stato mentale: nessuno viene mai sconfitto, a meno che non abbia accettato la sconfitta come una realtà.

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.

S come sfortuna e sfida

S come sfortuna e sfida

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.

misure straordinarie

misure straordinarie

Dicono che c’era il bidello di una scuola, che amava il suo lavoro e ci si dedicava al meglio che poteva, pulendo e aiutando chiunque ne avesse bisogno all’interno della struttura. Ma ci fu un periodo in cui si trovò un gravoso compito extra ogni sera: pulire gli specchi del bagno delle ragazze, sporchi di rossetto, giacchè alcune ragazzine, si divertivano quasi ogni giorno ad imprimere “baci a stampo” con il rossetto allo specchio del bagno.