7 minuti (2016)
In questi giorni in cui i sindacati stanno parlando di convocare uno sciopero contro Draghi e l’inasprimento ulteriore delle condizioni di lavoro e qualcuno ha detto che “Lo sciopero rischia di isolare il mondo del lavoro” e mi sono ricordata il film italiano 7 minuti.
Il film racconta la storia di una fabbrica tessile italiana che viene venduta a una multinazionale che, stranamente, non chiede dei licenziamenti, ma soltanto che il consiglio firmi una clausola speciale, rinunciando a sette minuti della loro pausa pranzo. Undici donne che rappresentano l’intera fabbrica dovranno decidere se accettare o rifiutare la proposta.
Mi ha fatto riflettere soprattutto perchè ho sentito molto forte ogni voce, ogni donna, ognuno dei loro punti di vista, pro e contro, ho sentito la solidarietà e la paura, e persino la rabbia. Mi sembravano completamente condivisibili. Sia quelle delle più anziane che quelle delle più giovani, e non so cosa avrei scelto, non so se avrei avuto il coraggio.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
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