L’INSOSTENIBILITA’ DELLA MOVIDA AI TEMPI DEL COVID… E ANCHE PRIMA!

Quest’estate, il Covid-19 sembrava un lontano e (purtroppo) sbiadito ricordo. Il numero di contagi era bassissimo, così come quello dei decessi. Le “attività economiche” erano smaniose di riprendere a realizzare profitti e la gente ansiosa di ritornare a vivere; praticamente nessuno, neanche il Governo, si preoccupava di ciò di cui gli epidemiologi ci mettevano in guardia, ossia che, se non si mettevano dei freni, in autunno avremmo avuto una seconda ondata e altre migliaia di morti. Questo finché non abbiamo iniziato a vedere le scene assurde delle discoteche stipate all’inverosimile e la curva dei contagi riprendere a salire da fine agosto. A quel punto abbiamo chiuso le discoteche, ma era troppo tardi, i buoi erano scappati.

Secondo il “Messaggero”, ad agosto l’età media dei contagiati era scesa a 29 anni (con un picco tra i 20 e i 25). Credo che chiunque sia stato in una località turistica quest’anno abbia visto le stesse scene cui ho assistito io in Liguria. La sera, folla accampata sul lungomare e branchi (anche di 30) ragazzi molto giovani che scherzavano, giocavano, parlavano ad alta voce, bevevano, fumavano; nella maggior parte dei casi, della mascherina non si vedeva nemmeno l’ombra!

Che cosa ci dice questo? Che, complice il lassismo delle istituzioni, i nostri ragazzi sono stati il principale vettore di contagio durante l’estate e, appena tornati a casa lo hanno trasmesso ai genitori, ai nonni ecc., causando la “seconda ondata”. La riapertura delle scuole ha probabilmente fatto il resto.

Si potrebbe pensare che, a seguito di tutto questo, l’atteggiamento sia cambiato! Neanche per sogno! A fine settembre ho fatto una ricognizione di sabato sera in Largo Saluzzo ed ho visto le stesse scene di sempre: una massa compatta di ragazzi, in piedi, che occupava tutta la piazza e le zone circostanti, intenti a bere, parlare, fumare, uno di fronte all’altro; la mascherina l’avrà avuta sì e no il 5%. Nelle vie circostanti, locali con dehors strapieni, gente accalcata, spesso attorno a tavolini piccolissimi, intenta a mangiare e bere (ovviamente) per lo più senza mascherina. E la stessa scena, siappure con meno gente, si poteva vedere (quando non eravamo zona arancione o rossa) di pomeriggio, in ogni dehors di ogni bar: persone (per lo più ragazzi, ma non solo) stipati intorno a tavolini piccolissimi, uno di fronte all’altro, a chiacchierare, mangiare, bere, fumare, senza mascherina. Anche quando camminano in strada, molto di rado i giovani indossano la mascherina o al massimo la tengono abbassata.

Abbiamo voluto a tutti i costi riaprire le scuole, senza la consapevolezza che il binomio scuola e movida avrebbe rappresentato una bomba epidemiologica. Poi si sono chiuse le scuole, ma si sono lasciati aperti luoghi di movida, scatenando, tra l’altro, l’ira dell’ANCI[1].

A partire dalla fine di gennaio, l’incidenza dei casi di covid sotto i 20 anni ha superato, la prima volta dopo l’inizio della pandemia, quello delle fasce di età superiori.[2] A Conversano, in provincia di Bari, il sindaco ha emesso un’ordinanza che prevedeva il coprifuoco per i ragazzi sotto i 16 anni, dalle 16 in poi[3], non a caso subito bollata come “dittatura”.

Non ci vuole una specializzazione in epidemiologia per capire quale livello di rischio provoca la movida in fase pandemica, con i suoi assembramenti furiosi e i suoi comportamenti eccessivi.

Del resto, il grafico di Dever mostra che a fronte del 90% di spesa, il sistema sanitario influisce sulla riduzione della mortalità solo dell’11%, mentre lo stile di vita influisce per il 43%, a fronte di una spesa dell’1,5%. Quante vite si potevano risparmiare con qualche aperitivo in meno?

È, però, giusto sottolineare due aspetti.

La movida non la fanno solo i ragazzini, sarebbe forse ingiusto buttare la croce solo su di loro, ma è pur vero che facendo un giro, ad esempio, in Largo Saluzzo, ci si accorge che l’età media dei frequentatori della movida è estremamente bassa (intorno ai 20 anni, la mia impressione) e le regole sul distanziamento e sulle mascherine sono pressoché completamente disattese. E del resto se i nostri giovani si comportano così, la responsabilità è di chi non li ha educati a comportarsi diversamente: i genitori che spesso non si comportano più come tali, i media col loro modello di consumo edonistico e sfrenato, le istituzioni (a cominciare dalla scuola) che non sono capaci di imporre il rispetto delle regole e di educare i nostri giovani in tal senso.

Gli assembramenti e la violazione delle regole sanitarie non si verificano solo nelle situazioni di movida, ma anche in altri casi, ad esempio al supermercato o quando ci si reca alla ASL per la vaccinazione e vengono convocate, per errore, molte più persone di quelle previste (come accaduto a me!). Ma, francamente, nella mia esperienza, nessuna di queste situazioni è paragonabile a quelle di movida.

Quale conclusione trarne? Semplicemente che la ”movida”, almeno nelle forme con cui è praticata oggi, in una fase pandemica, è INSOSTENIBILE. Ciò che è insostenibile sono gli assembramenti terrificanti che la movida provoca, nonché la scarsa educazione dei suoi usufruitori. Ma questi fattori (assembramenti e maleducazione) sono i medesimi che producono gli ”ordinari” danni da movida: rumore molesto (in Largo Saluzzo i limiti acustici sono regolarmente violati) e degrado urbano. La movida, in queste forme, era insostenibile già prima, solo che prima della emergenza pandemica, purtroppo, se ne accorgevano solo i residenti delle aree interessate, non gli altri e, soprattutto, non le istituzioni.

L’aggravamento del problema, dovuto alla crisi sanitaria, non ha portato, purtroppo, i gestori e i clienti dei locali alla consapevolezza che occorre senso di responsabilità ed anche le istituzioni sono intervenute con molto ritardo.

Ma che cosa potevamo attenderci nel paese dell’individualismo sfrenato, dell’economia come fine ultimo di qualunque politica, del diritto al divertimento prioritario rispetto a quello del riposo e della salute?

La movida era da sempre insostenibile, ora lo è di più, ma temo che questa situazione non insegnerà nulla e, dopo la pandemia, riprenderà tutto nello stesso modo, se non in modo peggiore!

Riccardo Tassone
Segretario di Rispettando S. Salvario


[1] https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/03/03/news/decaro_si_apre_alla_movida_e_si_chiudono_le_scuole_-290015253/

[2] https://www.repubblica.it/cronaca/2021/03/01/news/covid_iss_sale_incidenza_negli_under_20_sorpasso_a_gennaio-289764409/?ref=RHTP-BH-I288512892-P1-S2-T1

[3] https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/03/01/news/covid_conversano_coprifuoco_dei_ragazzi-289713599/?ref=fbplba

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