ti amo, cosa hai capito?

23 May 17

Spesso parliamo dell’importanza delle parole, del fatto che il linguaggio è metaforico e perciò, come dice il corso in miracoli, niente ha significato di per se… perciò il significato che diamo alle cose e alle parole cambia. È soggettivo. Una delle parole che più abbiamo consumato a forza di usarla ma il cui significato non è unico… è “amore”. Quando dici “ti amo”, cosa vuoi dire? e, il tuo partner, cosa capisce? Ve lo siete mai chiesto?

Molte volte, nelle mediazioni di coppia e familiari mi trovo qualcuno che dice “se ami una persona non la tratti così“, o “se mi amassi lo faresti per me“. C’è sicuramente un problema di comunicazione in superficie, non è questo il modo di chiedere, ma c’è soprattutto un problema di fondo, l’interpretazione personale di cos’è l’amore, di cosa vuol dire amare qualcuno. Perché ognuno agisce in funzione della propria definizione di amore, e se non ci scambiamo le definizioni rischiamo di amare perdutamente una persona e che lui o lei non si senta amato, o peggio, di rimanere con una persona che non ci ama (come noi desideriamo) aspettando che prima o poi, capisca cambi e diventi qualcos’altro.

E qua diventa necessario distinguere l’Amore, quello incondizionato, quello che non chiede niente in cambio, ma non capisce il concetto di esclusività, e quello in cui si basano le relazioni o rapporti di coppia. Perché questo rapporto si regola per un patto non scritto tra due persone, io ti do il mio amore in cambio del tuo. Ma, se non sono chiare le condizioni, difficilmente si potranno rispettare e ottenere il risultato finale, stare meglio, essere più felici insieme di quanto saremmo da soli.

Secondo me, dovremmo iniziare così le relazioni, scambiandoci le proprie definizioni di amore, per poter decidere se possiamo amare la persona che abbiamo di fronte come lui o lei vuole (e merita) di essere amato. Dovremmo farlo il prima possibile per evitare di affezionarci e di dipendere emotivamente dalla persona sbagliata. Ma non è mai troppo tardi. Possiamo sempre farlo e possiamo sempre usare le definizioni come punto di partenza per una sana trattativa, consapevole, e funzionale.

Chiaramente, dobbiamo credere che ci meritiamo di essere amati come vogliamo, avere fiducia che la persona che ci amerà in questo modo arriverà e la forza per stare da soli finché appare e amarci da soli fino ad allora. A proposito, cosa vuol dire amare se stessi?

E tu, hai mai detto ti amo? cosa intendevi… raccontami…

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.

S come sfortuna e sfida

S come sfortuna e sfida

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.

misure straordinarie

misure straordinarie

Dicono che c’era il bidello di una scuola, che amava il suo lavoro e ci si dedicava al meglio che poteva, pulendo e aiutando chiunque ne avesse bisogno all’interno della struttura. Ma ci fu un periodo in cui si trovò un gravoso compito extra ogni sera: pulire gli specchi del bagno delle ragazze, sporchi di rossetto, giacchè alcune ragazzine, si divertivano quasi ogni giorno ad imprimere “baci a stampo” con il rossetto allo specchio del bagno.