sapere e imparare
In questi giorni mi è capitato spesso di parlare con ragazzi più giovani che stanno cercando il loro posto nel mondo, che ancora non sono tanto sicuri di sè stessi e vivono fra la diffesa della loro identità e il mettersi in gioco.
Da una parte sanno di non sapere, dall’altra incontrano molte persone che pretendono da loro che sappiano. Loro sanno di essere qui per imparare, ma si trovano a confronto con delle persone che si arrabbiano conloro perchè non sanno.
Il fatto è che la scuola vacanza che è la vita non funziona come la scuola che abbiamo creato noi umani. Si dice che prima si fa l’esame e poi ci spiega la lezione ma quel che non dicono è che di ogni esame possiamo imparare diverse lezioni e, soprattutto, come capire qual’è quella giusta. Soprattutto perchè, se impariamo la lezione sbagliata, l’esame ce lo troveremo di nuovo e di nuovo finchè impareremo quella giusta.
Se ci facciamo le domande sbagliate, queste ci porteranno a trovare delle risposte sbagliate e ad imparare le lezioni sbagliate. Se le persone con cui abbiamo a che fare ci fanno le domande sbagliate e noi le ripetiamo, rischiamo di imparare male.
A questo punto, come nelle barzellette, ci sono una notizia buona e una cattiva. La cattiva è che “è impossibile per un uomo imparare quel che crede di sapere già”, come diceva Epitteto.
La buona è che abbiamo uno strumento dentro di noi, gratuito e facile da usare per capire se le domande o le risposte sono giuste o sbagliate. Questo strumento è il nostro cuore, il modo in cui ci sentiamo quando le facciamo, se ci sentiamo bene siamo sulla strada giusta.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Felix e il segreto delle chiavi magiche |
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |
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