parole magiche…
Ieri, all’incontro di facciamo pace, abbiamo parlato delle parole magiche. Oltre a quelle che insegniamo ai bambini, per favore, grazie, prego, scusa, mi dispiace, ti voglio bene… ce ne sono tante altre, infatti ne abbiamo viste moltissime e tante sicuramente le abbiamo dimenticate. Quando, come bambini curiosi, ci chiediamo quali sono le parole magiche, la risposta più accurata è tutte!
Le parole sono ordini ipnotici (e autoipnotici) perchè sono la porta fra quello che non esiste e quello che esiste, fra il pensiero e il frutto di esso.
- Ci sono parole che aprono porte (secondo me, per quello che ho capito, anche, forse, se…) e altre che le chiudono (no, ma, impossibile);
- ci sono parole che aggiungono peso (sempre, mai) e altre che lo tolgono (solo);
- ci sono parole che rendono le cose dinamiche (adesso, ora) o statiche (sempre, mai, ormai…), che danno loro la possibilità di cambiare o che le fossilizzano;
- e ci sono parole che responsabilizzano (perchè, in che senso, se…) e che deresponsabilizzano (devi, devo)…
Questo non vuol dire che ci siano parole buone o cattive, il gioco sta nell’imparare ad usarle ed essere consapevole di quello che stiamo creando quando le usiamo.
Comprendere che quando io dico <<Io sono sempre stata così>> è completamente diverso di quando dico <<Io ero sempre stata così ma adesso non voglio più esserlo e posso cambiare quando voglio>>.
E scegliere quando vogliamo rafforzare e quando sminuire ogni nostro pensiero.
<< Perchè le parole sono il ponte fra il pensiero (che mostra quello che abbiamo dentro, frutto del passato, e quello che proiettiamo fuori, che determinerà il nostro futuro. E sono la nostra miglior possibilità per cambiarlo.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
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