l’elefante
Non potendo conoscere né la forma né i contorni dell’elefante, cominciarono a tastarlo alla cieca e a raccogliere informazioni toccando alcune sue parti. In fretta per non essere scoperti. Ognuno di loro credette di sapere tutto sull’elefante pur avendo toccato solo una parte. Quando tornarono dai loro concittadini, furono presto circondati da avidi gruppi, tutti ansiosi, di conoscere la verità per bocca di coloro che erano andati in avanscoperta. Posero domande sulla forma e l’apparenza dell’elefante, e ascoltarono tutto ciò che veniva detto loro al riguardo, ma rimasero ancora più sconfortati. Alla domanda sulla natura dell’elefante, ognuno rispose qualcosa di completamente diverso:
— Si tratta di una cosa grande, ruvida, larga e lunga, come un magico mantello o un tappeto volante — rispose colui che ne aveva toccato l’orecchio.
— No, no… So io di che si tratta: somiglia a un tubo dritto e vuoto, orribile e distruttivo, come un malefico fucile o un piccolo cannone — disse colui che aveva toccato la proboscide.
— È possente e stabile come un pilastro, come un albero…— disse colui che ne aveva toccato una zampa.
— Siete entrambi in errore—, disse il terzo. — L’elefante è simile a una fune… — Egli aveva toccato la coda dell’elefante.
— L’elefante è come una lancia, come una freccia. — disse colui che aveva toccato la punta della zanna.
— In realtà è simile ad un’alta muraglia— disse colui che aveva toccato il fianco.
Ognuno di loro aveva toccato una delle tante parti dell’elefante. La percezione di ognuno era errata. Nessuno lo conosceva nella sua totalità: la conoscenza non appartiene ai ciechi. Tutti immaginavano qualcosa, e l’immagine che ne avevano era sbagliata. Più parlavano più il suo popolo si sentiva sconvolto e spaventato.
Poi arrivò un cieco un po’ meno imminente per la comunità, ma molto più saggio che disse:
— La mente non può sapere nulla della divinità. Le vie dell’intelletto ordinario non sono la Via della scienza divina.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)
Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.
S come sfortuna e sfida
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.
misure straordinarie
Dicono che c’era il bidello di una scuola, che amava il suo lavoro e ci si dedicava al meglio che poteva, pulendo e aiutando chiunque ne avesse bisogno all’interno della struttura. Ma ci fu un periodo in cui si trovò un gravoso compito extra ogni sera: pulire gli specchi del bagno delle ragazze, sporchi di rossetto, giacchè alcune ragazzine, si divertivano quasi ogni giorno ad imprimere “baci a stampo” con il rossetto allo specchio del bagno.
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