l’elefante del circo

Dicono che un giorno un nonno portò suo figlio al circo. Il bambino adorava il circo, i pagliacci, gli acrobati… e soprattutto gli animali. A funzione finita, andando verso la macchina, videro il gigantesco elefante che avevano visto in pista legato a un piccolo paletto per terra, e chiese: nonno se è così grande e così forte, come mai non strappa il paletto e scappa?

─ Bella domanda, piccolo… ─ rispose sorridendo il nonno ─  Sai, anche io quando ero piccolo mi sono chiesto la stessa cosa, come tu stesso hai notato, durante lo spettacolo fa sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune, ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, rimaneva sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Anche a me sembrava che il paletto fosse un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire. Ma non lo faceva. Era davvero un bel mistero. Che cosa lo teneva legato, allora? Perché non scappava?

─ Ho chiesto a molti, come tu hai chiesto a me, ma nessuno mi ha saputo dare una risposta convincente. Sai, all’epoca ancora credevo che i grandi sapessero più dei piccoli perciò ho chiesto al mio maestro, a mio padre e a mio zio. Loro dicevano che l’elefante non scappava perché era ammaestrato. Ma non mi convinsero, perché nella mia mente sorgeva spontanea la domanda successiva: “Se è ammaestrato, perché lo incatenano?”.

─ Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto e ci pensavo soltanto quando mi imbattevo in altre persone che si erano poste la stessa domanda. Per nostra fortuna, qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato abbastanza saggio da trovare la risposta giusta: l’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.

─ Se chiudi gli occhi puoi immaginare l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Sono sicuro che, in quel momento, l’elefantino provò a spingere, a tirare e sudava nel tentativo di liberarsi. Ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui. Puoi quasi vederlo addormentarsi sfinito e il giorno dopo provarci di nuovo e così il giorno dopo e quello dopo ancora…

─ Finché un giorno, ha accettato l’impotenza rassegnandosi al proprio destino. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché, poveretto, crede di non poterlo fare. Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita. E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più…

─ Sai, piccolo, anche molti uomini rimangono ancorati a credenze limitanti legate al loro passato che li tengono immobilizzati e gli fanno sentire impotenti anche se sono cresciuti e sono diventati forti e potrebbero fare molto di più.

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Don Miguel RuizDon Miguel RuizI Quattro Accordi

Secondo accordo: Non prendere nulla in modo personale. Anche al centro dell’inferno, sperimenterete pace interiore e felicità. Starete nella vostra beatitudine e l’inferno non potrà toccarvi.

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Colleziona attimi di altissimo splendore (2023)

Questa settimana è uscito l’ultimo libro di Paolo Borzacchiello, scritto a quattro mani con Paolo Stella del affascinante titolo Colleziona attimi di altissimo splendore e io, chiaramente, l’ho preso e letto appena uscito, ancora caldo di stampa e me lo sono goduto splendidamente.

S come sfortuna e sfida

S come sfortuna e sfida

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.

misure straordinarie

misure straordinarie

Dicono che c’era il bidello di una scuola, che amava il suo lavoro e ci si dedicava al meglio che poteva, pulendo e aiutando chiunque ne avesse bisogno all’interno della struttura. Ma ci fu un periodo in cui si trovò un gravoso compito extra ogni sera: pulire gli specchi del bagno delle ragazze, sporchi di rossetto, giacchè alcune ragazzine, si divertivano quasi ogni giorno ad imprimere “baci a stampo” con il rossetto allo specchio del bagno.