la diga

09 Mar 20

Dicono che c’era una volta un paesino piccolo che, per paura di essere conquistato, cercava di farsi notare fra i paesi più grandi. I suoi governanti pensavano solo a questo, per loro era persino più importante delle piccole cose e della quotidianità.

Un giorno, un ingegnere, arrivò al governo con una proposta per migliorare l’indipendenza energetica del paese. Una bella diga, nel loro fiume più importante, da cui trarre energia elettrica per buona parte del loro fabbisogno.

L’idea fu accolta con grande entusiasmo. Politici ed imprenditori che videro, oltre a quello che aveva visto l’ingenuo ingegnere, un’opportunità di favorire i propri interessi. Presero in mano la situazione e decisero di spendere più per l’immagine e la pubblicità dell’opera che per le fondamenta che non erano visibili.

Cambiarono alcuni materiali, dirottando soldi per la campagna mediatica internazionale che raccontava quanto il paese stesse per diventare importante e persino accellerarono i tempi per finirla in tempo per una riunione internazionale a cui il paesino non voleva mancare. Infatti, fu un successo, tutti festeggiarono, le foto fecero il giro del mondo.

Qualche anno dopo, una tempesta fece apparire una minuscola crepa al centro della diga e qualche giorno dopo ci fu una piccola fuga che crebbe erosionando la diga dall’interno. Quando si vide finalmente qualcosa ormai era troppo tardi. Senzale fondamenta adeguate la diga crollò in questione di istanti.

Politici e imprenditori dissero che erano stati sfortunati, diedero la colpa alla natura imprevedibile e distrussero tutte le prove delle loro implicazioni. Ci furono morti e grandi perdite ma nessuno pagò per qualcosa che non si poteva prevedere nè prevenire.

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