Istruzioni per Rendersi Infelici (1992)

Oggi parliamo di nuovo di un libricino molto breve, scritto da Paul Watzlawick,  chiamato Istruzioni per Rendersi Infelici, un fantastico libricino di storie, scritto  in maniera ironica e divertente. Un invito a riflettere sugli atteggiamenti sbagliati che assumiamo e le interpretazioni inadeguate che diamo delle parole, dei fatti e degli atteggiamenti, e a cui permettiamo di determinare il nostro comportamento. E ad allennarci nei più dannosi.

Il libro inizia facendo un elogio del mercato della psicologia e psichiatria come servizio pubblico e una critica di tutta la letteratura che promuove la felicità come propaganda dannosa, di qualcosa di difficilmente raggiungibile. L’autore prende posizioni contro la felicità e ci racconta una serie di storie, tecniche e concetti che possiamo usare per allennarci per raggiungere l’obbiettivo di essere infelici.

È curioso che, fra le storie, ci sono diverse che racconto sempre anche io, come quella delle chiavi, o quella del fantasma della moglie, che nel coaching usiamo per fare capire alle persone che sono loro a rendersi la vita impossibile, e per aiutare le persone a smettere di cadere nelle trappole della nostra mente… ma lui le usa per invitare il lettore a continuare impeterrito nelle ossessioni più deleterie assicurando in questo modo un’infelicità costante e forse anche crescente.

Racconta di tutti i meccanismi con cui la nostra mente ci allontana della realtà, e ci invita ad allontanarci sempre di più, per essere sempre più infelici. Solo negli ultimi paragrafi gli scappa una frase che, secondo me, tradisce il suo invito “sapremo di essere creatori della nostra infelicità, ma anche nella stessa misura della nostra felicità“. Frase che, sempre per me, è un invito a rileggere tutto di nuovo con lo spirito contrario. Infatti, conclude con Dostoesvski che dice:

L’uomo è infelice perchè non sa di essere felice…

Lo avete letto? Cosa ne pensate?… Aspetto i vostri commenti…

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