intelligenza artificiale

18 Jul 17

Ci sono tanti film che parlano dell’Intelligenza Artificiale, di robot così perfetti che diventano umani, così umani da avere persino i nostri diffetti, da Terminator, all’uomo bicentenario Anche la letteratura ne è piena, da Assimov a Huxley. Ma, nella realtà non siamo ancora arrivati, per fortuna o per sfortuna, anche se abbiamo smartphone intelligenti, lavatrici intelligenti o frigoriferi intelligenti, non è la stessa cosa.

Cosa hanno le macchine nella letteratura e nel cinema che non si è ancora riusciti a ricreare nella realtà? L’umanità, possiamo chiamarla, se volete, l’anima, quella complessità che rende capaci di specchiare la complessità esterna, quella flessibilità che rende capaci di sopravvivere in situazioni estreme, quella curiosità infinita che ha di base l’essere umano, anche se non sempre la usa.

Perchè, sempre di più, stiamo rinunciando alla nostra individualità, stiamo cercando di uniformarci agli standard, all’inizio solo estetici, ma… sempre di più, di pensiero, di abitudini, di credenze… In una ricerca di una perfezione unica e universale dettata dall’esterno, dalle leggi, dai libri, dai ranking delle riviste o dei siti web.

Ed è rinunciando alla nostra capacità di usare la nostra intelligenza umana che ci stiamo rendendo sempre più schiavi, insicuri e impotenti, ma possiamo sempre cambiare. Riprenderci il controllo della nostra vita e ottimizzarla personalizzandola per ognuno di noi.

Cosa ne pensate? Quanto usate la vostra intelligenza individuale e quanto delegate al pensiero universale condiviso? Ditemi, aspetto i vostri commenti…

0 Comments

Submit a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Vecchie convinzioni non ti portano a nuovo formaggio

L come libertà (di opinione)

L come libertà (di opinione)

Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.

rimedio contro la morte

rimedio contro la morte

Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.