Inkheart (2008)
Questa settimana voglio parlarvi di un film particolare, una di quelle fiabe che rappresenta una metafora sul potere delle parole: Inkheart – La leggenda di Cuore d’inchiostro, con Brendan Fraser.
Il protagonista è un uomo che ha un potere unico, può interagire con i libri facendo uscire ed entrare le persone e i personaggi. Ma, lo scopre nel peggiore dei modi, quando racconta una fiaba a moglie e figlia, appaiono i cattivi nel suo soggiorno e sparisce sua moglie.
Da quel momento non legge più, per paura di fare danni ma continua a cercare ossessivamente una copia del libro per provare a farlo di nuovo. Fino a quando i personaggi lo trovano per sfruttare di nuovo i suoi poteri.
Si svolge in un mondo in cui si mischiano persone “realistiche”, contemporeanee e umane con personaggi inventati, fantastici, che sono usciti dalla penna di un autore, che, anche lui è nel film.
La cosa più bella è che possiamo vedere le sommiglianze fra i personaggi reali e quelli fantastici. Le paure, le possibilità, il destino, il concetto di Dio come autore della nostra storia e il libero arbitrio. E, sopra ogni cosa, l’amore che ci da il coraggio per fare miracoli.
Tutti i personaggi sono meravigliosi, dalla zia che considera i libri una realtà e dice di “essere stata” in tutti i posti in cui si svolgono i libri che ha letto, all’altro lettore balbuziente che fa vivere i personaggi ma non correttamente, con una scritta in faccia e quanche diffetto fisico… fino allo scrittore così meravigliato da questo potere che non riesce a reagire quando si presentano i cattivi.
L’avete visto? Vi è piaciuto? Se no, ve lo consiglio…
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
S come sfortuna e sfida
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.
Felix e il segreto delle chiavi magiche |
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |
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