fake it till you make it!

Fake it till you make it… fai finta finchè ci riesci! È un bellissimo consiglio, solo che non si possono separare le due parti. Devono viaggiare insieme. Non basta fare finta, non basta aspettare. Bisogna fare entrambe le cose. E funziona meglio se lo facciamo a piccoli passi, fingere un po’ mentre cerchiamo di migliorare un po’… studiare come ci sentiremmo se avessimo già quello che ancora sentiamo che ci manca… e intanto non smettere di cercare e sperare di trovarlo…

Chi la pratica e chi la insegna dicono che imitando alcune caratteristiche della personalità, come la calma, la sicurezza, l’autostima o l’ottimismo, si possano ricreare veramente e imparare ad agire come se già le avessimo acquisite. SI basa nei principi della terapia cognitiva comportamentale e parte da quello che iniziò  Alfred Adler, discepolo di Sigmund Freud, che scoprì che facendo come se potremo cambiare quello che siamo e sentiamo, per una sorta di retroalimentazione tra il corpo e le nostre emozioni e atteggiamenti.

È “solo” una tecnica, non credo sia la soluzione a tutti i nostri problemi, ma conoscerla può esserci utile molto spesso. Soprattutto quando parliamo di atteggiamenti… che, come abbiamo detto più volte, sono più importanti delle parole.

Una variante che uso e propongo spesso è quella di immaginare un personaggio, che abbia quella qualità o caratteristica e chiedere a lui come vedrebbe la situazione, come reagirebbe, come si comporterebbe, come si sentirebbe, come si muoverebbe, cosa direbbe o farebbe… e modellarlo, ovvero, imitarlo.

Ma ricordando sempre che è una strategia temporanea, e che perchè funzioni dobbiamo farci contaggiare e non razionalizzare tutto…

Avete mai provato? Cosa ne dite? Ditemi, aspetto i vostri commenti…

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