essere o non essere

Ieri all’evento di facciamo pace, come promesso, abbiamo iniziato a parlare di chi siamo e chi crediamo di essere, o di non essere, o di potere o non potere arrivare ad essere. Abbiamo parlato di corpi, menti e spiriti e di sviluppo personale tra le identificazioni con uno e l’altro. Ma soprattutto di come identificarci con l’uno o con l’altro ci limita più o meno…

Siamo partiti dalla domanda sei un corpo, una mente, uno spirito, o una combinazione di tutti e tre? e siamo arrivati, tra le altre cose, agli archetipi di Jung, nelle diverse fasi della vita. Secondo lui attraversiamo queste quattro fasi o archetipi, anche se non tutti arrivano alle ultime:

1. la fase dell’atleta, all’inizio siamo preoccupati del nostro corpo, dei corpi e delle cose materiali che il corpo può comprendere. Ci focalizziamo sulle apparenze, nostre e degli altri, e sulle cose che possono essere percepite col corpo, viste, ascoltate, toccate, ecc.

2. la fase del guerriero, in un secondo momento cresce il potere della mente e, soprattutto, l’EGO, e sentiamo il bisogno di prevalere sugli altri, di confrontarci, di sconfiggere, di avere ragione, e ci focalizziamo su quello che pensano gli altri, nel potere che abbiamo su altri, ecc.

3. la fase della dichiarazione (dello statista), arriva quando il guerriero non basta, quando ci accorgiamo di poter fare la differenza per gli altri, e non solo per noi stessi. Ci focalizziamo sugli altri, ma questa volta su quello di cui hanno bisogno, su come potrebbero migliorare, anche se non vogliono.

4. la fase dello spirito, dell’essere spirituale, è quella a cui arriviamo quandocapiamo che nessuna delle tre precedenti basta per definire cosa siamo. Quando ci accorgiamo che non c’è bisogno di controllare nulla, di migliorare nulla nè nessuno… e ci focalizziamo sulla pace, e sull’osservazione senza giudizio.

Cosa ne pensate? C’eravate all’incontro? Qualcosa da aggiungere?

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