dolore e sofferenza
Uno degli argomenti ricorrenti nelle conversazioni sul coaching e sul nostro potere sulla nostra vita è la differenza fra dolore e sofferenza. Nel linguaggio comune sono due parole spesso interscambiabili, perchè in superficie sono molto simili, ma appena andiamo un po’ in profondità vediamo che sono due cose molto diverse.
Il dolore è quello che succede quando qualcosa dall’esterno ci ferisce, dal piccolo colpo sul mignolo con l’angolo di un mobile alla perdita di un essere amato. Il dolore può essere lancinante, straziante e intollerabile. È qualcosa di fisico, di fisiologico, di inevitabile. Ma, la sua intensità non può durare all’infinito.
La sofferenza è tutto quello che ci costruiamo attorno. Non è fisica ma psicologica, e non dipende più dall’esterno ma da noi. La sofferenza è quello che pensiamo della situazione che ci ha ferito, che non è giusto, che non possiamo vivere senza quello che abbiamo perso, che non riusciremo mai a superarlo.
La differenza che può esserci utile è che il dolore non dipende da noi, ma la sofferenza si. Perciò, dal momento che in ogni malessere c’è una parte di dolore e una di sofferenza, quando pensiamo che sia tutto “dolore” ci sentiremo impotenti. Se, invece, riusciamo a riconoscere la differenza, a separare ed eliminare la parte di sofferenza che dipende da noi, ci sentiremo potenti e grandi.
Non dico che sia semplice o facile, quello che dico è che prima capiamo cosa dobbiamo fare, quali sono le domande giuste da fare e qual è la strada per uscire dal nostro malessere, prima potremo uscirne.
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |
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