Dobbiamo parlare (2015)
Cercando l’immagine per il post di martedì sul “bisogno di parla-re” sono venuta a sapere di questo film Dobbiamo parlare. Una riflessione molto interessante sull’amore, sull’amicizia, sui detti e i non detti per il quieto vivere o per abitudinarietà.
Due coppie che stanno insieme da anni, di amici che si conoscono da anni. Quattro persone in una casa, in una notte particolare, le circostanze gli fanno sputare tutte le cose che non si erano mai detti prima.
Partendo da relazioni parallele e di segreti nascosti al partner, alcuni anche confessati in amicizia, si scoperchia una cassa di Pandora di pensieri mai detti, di verità nascoste sotto la superficie e di sincerità pura e tagliente.
Alcune un po’ per ipocrisia, ma non solo. A volte, alcune cose non si dicono per paura di ferire l’altro, per “amore”. Altre non si dicono per paura di dover prenderci le nostre responsabilità, di dover poi agire di conseguenza.
Quattro personaggi completamente diversi, un chirurgo molto impegnato con il suo lavoro e con poco tempo, attenzioni per la sua compagna, con la quale tende a misurare tutto in soldoni; la moglie, dermatologa di buona famiglia molto più preoccupata delle opinioni degli altri e delle apparenze che dell’amore; uno scrittore che convive da anni con la sua giovane amante senza averle mai chiesto se per lei è importante che lui “ufficializzi” la separazione dalla moglie; e una giovane ghostwriter piena di paure e abituata a sopportare tutta una serie di piccole dimostrazioni di egocentrismo del partner senza mai dire una parola.
L’avete visto? Vi è piaciuto? Se no, ve lo consiglio…
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
S come sfortuna e sfida
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo che abbiamo raccolto insieme nei nostri incontri facciamo pace, laboratorio di inmunosuficienza psicologica, è sfortuna, sfiga, sventura. È una parola da evitare perchè è una trapola in cui nasconderci quando non vogliamo cambiare.
Felix e il segreto delle chiavi magiche |
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |
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