cattiveria gratuita
Spesso, soprattutto con i più giovani, mi capita di sentire l’espressione “cattiveria gratuita“: mi tratta, mi parla o l’ha fatto con con cattiveria gratuita. Normalmente spiego loro che io credo che la cattiveria non sia mai gratuita, anzi!
La cattiveria non è gratuita, mai. Si paga, e si paga cara. Ogni gesto di cattiveria nei confronti di un’altra persona si accumula in una specie di serbatoio che funziona come una pentola a pressione. Accumula, accumula, si riempe e continua, fino a quando, ad un certo punto, non riesce più a tenere ed esplode.
E, quando esplode, può distruggere qualsiasi relazione: di amicizia, di lavoro, persino di famiglia. Tutto quello che abbiamo costruito può essere raso a suolo nel momento che meno ce l’aspettiamo.
Il fatto è che lo sappiamo, ma… quando trattiamo male qualcuno non ci pensiamo. Non decidiamo di farlo a sangue freddo calcolando e tenendo in considerazione i pro e i contro.
È come se fossimo posseduti da qualcuno, reaggiamo a qualcosa di più forte di noi. Come se non potessimo pensare al prezzo da pagare in futuro, in quel momento.
Cosa pensate? Siete d’accordo con questa riflessione? Aspetto i vostri commenti…
L come libertà (di opinione)
Un’altra parola molto importante per il Vocabolario possitivo e un tema di cui si parla molto in questi giorni è la libertà di espressione, di opinione, che molti pensiamo stia sparendo di nuovo per mano di quelli che fino a poco fa la chiedevano a grandi voci. Quando erano loro a non poter dire quello che pensavano, a essere perseguitati per le loro idee e a essere “contro-corrente”.
rimedio contro la morte
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Felix e il segreto delle chiavi magiche |
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |
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