il bicchiere mezzo pieno

Nel prossimo evento di facciamo pace, riprenderemo il discorso sull’abbondanza iniziato l’anno scorso per capire se è possibile attrarre l’abbondanza e la ricchezza, riconoscerle e godercele… e, come diciamo sempre, il primo scalino è il realismo, o meglio, la capacità di non abbatterci e non arrenderci, e soprattutto non proiettare troppo le nostre limitazioni sul mondo quando lo percepiamo.

Prima di iniziare il mio percorso spirituale credevo che l’abbondanza, la ricchezza, si misurassero per le cose materiali e si dovessero guadagnare con painificazione, disciplina, sforzo, sacrificio e molto duro lavoro… E così mi sono preparata, ho studiato, ho lavorato e ho fatto tanti sacrifici, come vedevo fare a parenti, insegnanti, e altri conoscenti… Mi dicevano sempre (e ci ho creduto) che quando non riuscivo ad ottenere quello che stavo cercando era perchè non mi ero sforzata abbastanza.

Ma, crescendo, ho iniziato a vedere che i risultati non sempre rispecchiavano questa credenza, che non era così assoluta. Vedevo persone sforzarsi e non ottenere quello per cui avevano lavorato molto. E quando è successo anche a me, sono rimasta con molte più domande che risposte.

E così ho capito che doveva esserci qualcos’altro. E ho scoperto due cose molto più utili dello sforzo, la fiducia, la gratitudine, e l’ottimismo. Ma l’ottimismo e il pensiero positivo sono degli argomenti che si sono prestati a malinterpretazioni in questo periodo. L’ottimismo, per me, non è dire “va tutto bene” o “andrá tutto bene“… ma più qualcosa tipo “puoi farcela“. L’ottimismo per me non è stai tranquillo e aspetta, è stai tranquillo e fai quello che ti senti di fare… che tutto andrà il meglio che può andare.

Perchè non importa se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno, importa cosa ci vogliamo fare col bicchiere. È tanto controproducento non berlo quanto berlo e sederci a guardarlo vuoto. Se abbiamo sete, lo beviamo e poi ci diamo da fare per riempirlo di nuovo.

Cosa ne pensate? Vi incuriosice la cosa? Vi aspetto!

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